di Gaetano Consalvo*
Recentemente sembra essersi risvegliato da parte di studiosi, accademici, appassionati o semplici curiosi un particolare interesse verso il sito preistorico di contrada “Grotta Paglia” nel territorio di Motta Camastra.
Personalmente avevo notato una grandissima presenza di insediamenti preistorici lungo tutta la valle dell’Alcantara, partendo da Giardini dal sito di “Pietra perciata“ visibile dallo svincolo autostradale, fino a Tripi, Montalbano per raggiungere baia di Tindari.
In epoche remote questa valle è stata fortemente antropizzata da civiltà preistoriche molto evolute e purtroppo poco studiate dagli archeologi. Proprio in questi giorni, ed in particolare in questo periodo dell’anno del Solstizio d’inverno, abbiamo organizzato un’escursione al sito di Motta Camastra con un gruppo di personaggi qualificati, dotati di apposite strumentazioni scientifiche.
Il sito di ”Grorra Paglia” ha suscitato notevole interesse da parte di docenti dell’Università di Catania, tra i quali il prof. Alfio MaurizioBonanno del dipartimento di astrofisica dell’Arenei e di Alberto Scuderi, vicedirettore nazionale dei gruppi archeologici d’Italia. Giuseppe Tizzone – noto appassionato e e studioso molto conosciuto a livello locale per aver scritto diversi articoli su questi siti archeologici della vallata – ci ha sorpreso per le sue geniali intuizioni.
I nostri sopralluoghi si sono svolti in questo particolare periodo dell’anno del Solstizio d’inverno allo scopo di verificare mediante apposite strumentazioni l’incidenza e l’orientamento della luce nei diversi momenti della giornata.
La storia antica della Sicilia, ed in special modo quella specifica nella parte orientale dell’isola prima della presenza greca, rappresenta un periodo alquanto oscuro. D’altra parte le fonti greche tendono ad esaltare la superiorità della civiltà greca sminuendo o addirittura cancellando le testimonianze precedenti.
Il sito di Motta Camastra, unico nel suo genere, si può definire un osservatorio astronomico dell’epoca ricadente in una più vasta area sacra che sovrasta e controlla visivamente tutta la vallata. Con molta probabilità risalente al neolitico, oltre alla funzione di osservazione degli astri, serviva alla scansione e al controllo del tempo legato all’agricoltura, permettendo di determinare i cicli del raccolto, della semina, della potatura, ecc.
Ci incuriosisce la presenza di un elevato numero di vasche scavate nella roccia sparse su tutta l’area. Tra le tante ipotesi sul loro uso si può pensare a sacrifici animali durante riti propiziatori di fertilità e di abbondanza legati al culto della dea Madre, o forse usati per abluzioni di purificazione nei riti iniziatici, oppure ancora come palmenti rudimentali atti alla preparazione di bevande inebrianti assunte durante le cerimonie sacre, attenuando la coscienza e le percezioni del proprio corpo poter comunicare meglio con le divinità.
Ad oggi nulla si sa su questi antichi abitanti della vallata. Sicuramente furono tra i primi abitanti dell’isola occupando un punto strategico e difensivo per il controllo di un’importante via di comunicazione e di scambi. Da queste alture si potevano controllare le incursioni nemiche che dal mare giungevano nella baia di Naxos allertando le popolazioni indigene mediante segnali di pericolo (luminosi con torce o falò, o con fumo, anche a grande distanza). Spesso questi abitanti andavano anche in aiuto agli abitanti della costa (sicuramente i primi coloni greci o fenici) con i quali intrattenevano pacifici e reciproci scambi commerciali e culturali.
La vallata, che costeggiando la maestosità dell’Etna risale verso le cime dei Nebrodi scendendo poi dall’altro versante fino al mare Tirreno, nella baia di Tindari, ha rappresentato fin dai tempi più remoti un’importante via di comunicazione. Da qui passarono tute le grandi migrazioni sin dall’epoca della glaciazione, il commercio dell’ossidiana con le isole Eolie. Importante via commerciale nel periodo greco e romano, nel periodo medievale diviene via di pellegrinaggio durante le crociate: sicuramente fu anche un presidio templare a tutela dei viaggiatori, viste le innumerevoli testimonianze che permangono sul territorio.
Francavilla (città franca), il cui nome oltre a richiamare la via francigena, fa pensare pure ad un territorio esentato da tasse, sia regie che ecclesiastiche, proprio perché sotto la tutela templare. Il riferimento a San Giovanni, figura molto cara ai templari, è molto viva sul territorio. Oltre alle varie denominazioni di luoghi o di contrade indicate come ”San Giovanni”, vi è una particolarissima chiesetta la cui facciata richiama fortemente la simbologia templare, denominata “San Giovanni Osteri“, che sarebbe a dire “Degli ospedalieri”. E proprio l’ordine in cui confluirono i templari dopo la loro soppressione nel 1312 da papa Clemente V nell’intento di sfuggire alle persecuzioni.
Tantissimi sono poi i toponimi lungo la vallata che fanno riferimento agli astri o alle costellazioni. Partiamo da “Taormina sovrastata dal monte Tauro, chiaro riferimento alla costellazione del Toro, al Minotauro, al labirinto simbolo di un percorso iniziatico di cui non si intravede l’uscita. Anche Naxos ha forti riferimenti con il mito di Arianna e e la cosmologia. Non a caso Teseo, venuto ad uccidere il Minotauro sull’isola di Creta, riceve dalla principessa Arianna un gomitolo di lana che gli permetterà di uscire dal labirinto al termine dell’impresa. Fuggita insieme a Teseo con le navi ateniesi viene abbandonata da lui sull’isola di Naxos. Qui, disperata per la sua delusione, viene raggiunta da Dionisio (inciso sulle antiche monete) che la prende in sposa donandole un diadema di diamanti, che lanciato in aria per l’occasione darà origine alla “Costellazione Boreale”. Non a caso Dioniso viene spesso rappresentato sulle antiche monete greche di Naxos. Riferimenti alla costellazione del Leone li troviamo anche a Castiglione (Castel Leone) o Posto Leone in territorio di Graniti.
Proseguendo ancora, la risalita della valle: ”Camastra “Caminus-Aster”, Kam-astra (amante delle stelle), Astarte Divinità astrale. Oppure “Novara”: Nova = Stella-Ar, Arianna, Ariete (costellazione) o Ararat monte sacro biblico “Montalbano Elicona“, Montagna sacra agli Dei dalla quale Pegaso (altra costellazione) volando in alto e colpendola con lo zoccolo fa sgorgare una sorgente cara alle muse, dalla quale chiunque si fosse dissetato ne avrebbe tratto l’ispirazione.
Seguendo questa via che col sorgere del sole dalla baia di Naxos va a finire, spegnendosi al tramonto nel Golfo di Tindari, si potrebbe continuare molto a lungo, ma preferiamo che altri si addentrino in questo cammino, seguendo gli astri e svelandone i misteri di questa straordinaria vallata.
- Gaetano Consalvo
Presidente Istituto per la Cultura Siciliana
di Motta Camastra
+ Nella foto in alto, la sede dell’Istituto