Lo scenografo, arredatore e direttore artistico britannico Peter Lamont, che ha legato la sua fama a 18 film della saga di James Bond e che ha vinto l’Oscar per le scenografie del kolossal “Titanic”, è morto all’età di 91 anni. L’annuncio della scomparsa è stato dato dai produttori della serie di 007, Michael G. Wilson e Barbara Broccoli, che hanno dichiarato sull’account Twitter ufficiale della casa produttrice: “Peter Lamont era un membro molto amato della famiglia Bond e un gigante del settore. E’ stato inestricabilmente legato al design e all’estetica di James Bond sin da ‘Goldfinger’ (1964)”. Altri dettagli sul luogo del decesso e le cause al momento non sono stati forniti. Nato a Londra il 12 novembre 1929, dopo la laurea in architettura Peter Lamont inizia a lavorare nel 1950 come architetto di scena nel mondo cinematografico, esordendo come assistente della celebre scenografa inglese Carmen Dillon (premio Oscar per “Amleto” del 1948 per la regia di Laurence Olivier) con il film drammatico “Donna nel fango”. In seguito diventa assistente di Ken Adam, altro grande maestro, con il quale collabora nel 1964 sempre come architetto di scena alle scenografie di “007 – Missione Goldfinger” e l’anno dopo di “007 Thunderball – Operazione tuono”. Dal 1965 al ’71 Lamont è arredatore di altri film della saga di James Bond: “Agente 007 – Si vive solo due volte” (1967); “Agente 007 – Al servizio segreto di Sua Maestà” (1969); “Agente 007 – Una cascata di diamanti” (1971).
Dal 1973 al ’79 Lamont è art director di “Agente 007 – Vivi e lascia morire” (1973); “Agente 007 – L’uomo dalla pistola d’oro” (1974); “La spia che mi amava” (1977), di nuovo al fianco di Ken Adam; “Moonraker – Operazione spazio” (1979), ancora collaborando con Adam. A partire dal 1981 è scenografo sempre per la saga dell’agente 007 con “Solo per i tuoi occhi” (1981); “Octopussy – Operazione piovra” (1983); “007 – Bersaglio mobile (1985); “007 – Bersaglio mobile” (1985); “007 – Zona pericolo” (1987), “007 – Vendetta privata” (1989); “GoldenEye” (1995); “Il mondo non basta” (1999); “La morte può attendere” (2002); e per ultimo il recente “Casino Royale” (2006). Peter Lamont per quattro volte ha ricevuto la nomination all’Oscar: l’Academy Awards lo ha selezionato per il suo lavoro in “Il violinista sul tetto” (1971), “La spia che mi amava” (1977) e “Aliens” (1986) e “Titanic” (1997). E proprio per quest’ultimo film kolossal diretto da James Cameron, interpretato da Leonardo DiCaprio e Kate Winslet, Lamont ha ricevuto il premio Oscar. Sempre con Cameron ha lavorato per “Aliens” (1986) e “True Lies” (1994).