Effetto Covid ‘inverso’ all’ospedale Sant’Anna di Torino, la struttura con il maggior numero di parti in Italia, dove, nel 2020, si è registrato un aumento delle nascite, con 6.766 contro i 6.703 nel 2019, in totale controtendenza rispetto al trend nazionale di riduzione. Un fenomeno legato a diversi fattori, tra i quali la chiusura di altri punti nascita nell’area torinese, trasformati in ospedali Covid e la possibilità per i papà, nonostante la pandemia, di entrare in sala parto.
“In Italia – ha spiegato all’Adnkronos Salute Claudio Plazzotta, medico della direzione sanitaria del Sant’Anna di Torino – le nascite si sono progressivamente ridotte. L’aumento che si è registrato al Sant’Anna nel 2020 è dovuto in primo luogo alla chiusura di punti nascita, trasformati in ospedali Covid. Ma i neogenitori hanno scelto di venire da noi, anche se potevano esserci altre scelte, forse anche perché si sentivano più sicuri in una struttura specializzata come la nostra, legata anche alla ‘Città della Salute’ dove possono essere gestite anche patologie complesse”.
Altro elemento importante, “il fatto che noi abbiamo sempre permesso ai papà – continua Plazzotta – di essere presenti in sala parto, con tutte le protezioni e la sicurezza possibile. E per le donne che facevano il cesareo è stata sempre possibile la presenza del partner nelle prime due ore dopo il parto”.
I papà, anche qui però, “non sono potuti entrare in reparto. Siamo stati rigorosi nel rispettare il decreto che imponeva di ridurre gli accessi impropri in ospedale. Ma, abbiamo attivato un servizio di psicologia per le neo mamme, sia Covid che non Covid, che durante questo periodo si sono sentite un po’ sole dopo il parto, non potendo ricevere visite come accadeva in passato”, ha concluso.