Maxi operazione antimafia dei Ros da Agrigento a Palermo

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Dalle prime ore di oggi i carabinieri del Ros, col supporto in fase esecutiva dei carabinieri dei comandi provinciali di Agrigento, Trapani, Caltanissetta e Palermo, del XII reggimento “Sicilia”, dello squadrone eliportato cacciatori “Sicilia” e del 9° nucleo elicotteri – stanno eseguendo un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla procura della Repubblica – direzione distrettuale antimafia di Palermo, nei confronti di 23 indagati, ritenuti a vario titolo responsabili di associazione di tipo mafioso (Cosa nostra e Stidda), concorso esterno in associazione mafiosa, favoreggiamento personale, tentata estorsione ed altri reati aggravati, poiché commessi al fine di agevolare le attività delle associazioni mafiose indagate.

Ci sono 6 capi mafia, 3 esponenti della Stidda oltre a due esponenti delle forze dell’ordine, al padrino latitante Matteo Messina Denaro e un avvocatessa tra i 23 destinatari del fermo emesso dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Una mega indagine del Ros dei carabinieri che svela come i boss, anche se ristretti al 41 bis, riescano a comunicare con l’esterno, a riorganizzare i clan, a tramare, a passarsi messaggi anche tra di loro attraverso una penalista dell’Agrigentino, divenuta – secondo quanto emerso dalle indagini – organizzatrice del mandamento mafioso di Canicatti’, che utilizzava anche il proprio studio legale per i summit. L’inchiesta e’ coordinata dal procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi, dal procuratore aggiunto Paolo Guido e dai sostituti Calogero Ferrara, Gianluca De Leo e Claudio Camilleri. Contestati i reati di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, favoreggiamento personale, tentata estorsione ed altri reati aggravati, poiche’ commessi al fine di agevolare le attivita’ delle associazioni mafiose.

C’è anche uno dei mandanti dell’omicidio del giudice Livatino, Antonio Gallea, fra i boss a capo della stidda agrigentina fermato questa mattina nell’operazione dei Ros coordinata dalla Dda di Palermo. Gallea, dopo 25 anni di carcere, aveva ottenuto nel 2015 la semilibertà, condizione che avrebbe sfruttato per riorganizzare la Stidda e tornare a operare sul territorio.

Continuano i rapporti fra Cosa Nostra siciliana e la mafia newyorkese. E’ quanto emerge dall’inchiesta della Dda di Palermo che stamattina ha portato a 23 fermi fra le famiglie mafiose agrigentine e trapanesi. In particolare, i contatti avrebbero riguardato esponenti della famiglia Gambino di New York interessati ad “avviare articolate attività di riciclaggio di denaro con Cosa Nostra siciliana”.

Foto repertorio

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