“Filiera commercio Sicilia: per Covid un disastro epocale”

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Un “disastro epocale” con una perdita di ricavi in Sicilia per “qualche decina di miliardi di euro” e con la filiera del commercio, del turismo e dei servizi “travolta” dalla crisi con “gravissime ripercussioni economiche”. A scattare la fotografia è Gianluca Manenti, presidente di Confcommercio Sicilia, a un anno dall’inizio della pandemia.

“Il bilancio ancora oggi è pesantissimo, innanzitutto per le perdite umane – dice – e, sul fronte economico, per le tante imprese che hanno chiuso definitivamente e per le molte che sono fortemente a rischio. Siamo estremamente preoccupati dal livello di esasperazione di molte nostre imprese che a distanza di un anno dall’inizio della pandemia non chiedono più ristori e contributi ma di poter lavorare in sicurezza”. 

Il terziario è settore che sta pagando il prezzo più alto della crisi. “Per alcuni comparti la situazione è drammatica – dice Manenti -. I pubblici esercizi, come bar e ristoranti, hanno registrato cali di fatturato intorno al 35 per cento, gli albergatori del 62 per cento, il settore moda del 30 per cento e le agenzie di viaggio e i tour operatori del 65 per cento. A volte, però, abbiamo l’impressione che non ci sia piena consapevolezza del disastro epocale che stiamo affrontando”.

Altro tema quello degli aiuti: “Di fronte a crolli di fatturato così devastanti – avverte il numero uno di Confcommercio Sicilia – i ristori finora sono stati insufficienti e per molte imprese non sono mai arrivati. Il decreto Rilancio del Governo basa gli indennizzi solo sul mese di aprile e i successivi decreti sono stati legati ai codici Ateco penalizzando diverse attività che non sono state riconosciute. Se si continuasse sulla strada delle chiusure forzate un ruolo vitale lo avranno i risarcimenti, un tema che richiede tempestività e soprattutto adeguatezza”.

Eppure, “in una situazione di emergenza così epocale come quella che stiamo vivendo” per Manenti preoccupa “il fluttuare della politica” che con l’apertura della crisi di governo e l’insediamento del nuovo esecutivo “ci ha fatto perdere oltre un mese. Ogni decisione rinviata rischia di avere ripercussioni drammatiche sulla vita delle persone”. Ecco perché “l’appello alla responsabilità di tutti diventa un’esigenza per il Paese”.

Nell’incontro con il premier Draghi Confcommercio ha sottolineato la situazione drammatica vissuta dalle imprese: “Rischiamo la chiusura di un numero enorme di aziende – denuncia Manenti – abbiamo chiesto ristori tempestivi e adeguati alle effettive perdite di fatturato e la proroga della cassa Covid senza contribuzione addizionale e senza distinzione dimensionale e una rapida campagna di vaccini per ripartire in sicurezza. Gli imprenditori non aspettano altro. Senza un deciso sostegno da parte dei Governi nazionali e regionali sarà molto difficile rimettersi in piedi. A partire dalle risorse per ridurre e azzerare la pressione di imposte e tributi locali – conclude il presidente di Confcommercio Sicilia – sino ad arrivare alla gestione di un piano di ripresa che sia accompagnato da una stagione di riforme e di progetti di rilancio”.

Nella foto, Gianluca Manenti

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