Di Salvo Barbagallo
E’ iniziata (il 22 febbraio scorso) e si è conclusa (ieri 5 marzo) l’esercitazione aeronavale “Dynamic Manta 2021”, un’altra esercitazione in piena crisi da Coronavirus, passata inosservata, senza cenni sui principali mass media nazionali.
L’esercitazione si svolge puntualmente ogni anno a sud, nelle acque antistanti la Sicilia e la Calabria, a poche miglia dal capoluogo etneo, Catania, e da Reggio Calabria: nessun rinvio, nessuna limitazione nella partecipazione di naviglio e velivoli nonostante l’imperversare della pandemia.
Anche in questo 2021, nonostante i Paesi europei vengono colpiti mortalmente dal terribile virus, hanno preso parte alle manovre 6 sommergibili provenienti da Francia, Grecia, Italia, Turchia e Stati Uniti sotto il controllo del Comando Sommergibili della NATO (NATO Submarine Command – COMSUBNATO) e 5 navi di superficie provenienti da Francia, Grecia, Italia, Spagna e Turchia. Hanno partecipato anche 5 velivoli da pattugliamento marittimo con relativi elicotteri provenienti da Francia, Germania, Italia, Grecia, Stati Uniti. La Francia ha impiegato anche il gruppo di attacco della portaerei Charles De Gaulle. Come supporto la “Dynamic Manta” ha avuto i porti di Augusta e Catania e la base italo USA di Sigonella.
Ma non è tutto e lo abbiamo scritto non molti giorni addietro, il 26 febbraio scorso: Troppo distratti dalle vicende del Governo nazionale, dell’incalzare dei contagi e delle vittime da Covid, i mass media non puntano l’attenzione sulle questioni “militari” che riguardano “anche” il nostro Paese. Chi l’avrebbe mai detto che la grande e complessa esercitazione “Defender Europe” interrotta lo scorso anno per il propagarsi del mortale virus, potesse essere rimessa in moto anche nel 2021, come se il Coronavirus fosse già stato sconfitto e quindi il ritorno alla “normalità” del quotidiano?
E riprendiamo l’incipit di un articolo di Brian W. Everstine, pubblicato il 3 febbraio scorso su “Air Force Magazine”:Il Comando europeo degli Stati Uniti sta procedendo con la sua più grande esercitazione, che prevede circa 31.000 membri del personale da 26 paesi, nonostante la pandemia COVID-19 in corso, ma i funzionari sono pronti a ridimensionare se i problemi di salute lo richiedono. L’esercitazione annuale Defender Europe riunirà partecipanti aerei, terrestri e marittimi per operare in 12 paesi dai Paesi Baltici all’Africa nella tarda primavera e all’inizio dell’estate. L’esercitazione dello scorso anno era stata originariamente pianificata per essere uno dei più grandi eventi di addestramento militare in Europa dalla fine della Guerra Fredda, ma ha dovuto essere drasticamente ridimensionata poiché la diffusione del COVID-19 ha chiuso gran parte del mondo.
Brian W. Everstine tiene a sottolineare però che Il comando ha programmato “punti di interruzione” nei suoi piani, pietre miliari in cui se determinate metriche relative a COVID-19 non vengono soddisfatte, l’esercizio può ridimensionarsi o cambiare.
Appaiono chiare le contraddizioni: se è vero (ma nessuno ha potuto riscontrare la veridicità complessiva) che la “Defender Europe” venne interrotta lo scorso anno a causa del dilagare del Coronavirus, con quale criterio “militare” si è proceduto a programmare la successiva esercitazione (appena iniziata) dal momento che il Covid 19 non è stato “sconfitto”, ma continua a mietere migliaia e migliaia di vittime, mettendo in serio pericolo anche tutti gli uomini che vi partecipano? Da un anno a questa parte non molte cose sono cambiate in merito alla pandemia, anzi per meglio sottolineare, molte cose sono peggiorate: il virus ora ha le sue varianti, sull’efficienza dei cosiddetti vaccini si animano polemiche, in Italia – ma la situazione negli altri Paesi europei non è di certo allegra – si sta andando avanti con le regioni multicolori e con regole “governative” che cambiano a ogni volo d’uccello. E’ “normale” che in una condizione simile “globale” abbiamo precedenza esercitazioni militari multinazionali, fra l’altro con eccessivo dispendio di energie economiche? Esercitazioni effettuate, poi, in previsione di quali guerre? Guerre con pandemia in atto?
L’uomo della strada potrebbe (legittimamente) chiedersi: “gli assembramenti militari sono immuni da Coronavirus?”. Pensate ai marinai ristretti nei sottomarini o nelle cuccette una sopra l’altra nelle navi, o i soldati costretti negli spazi angusti di un carro armato: sono sufficienti le “mascherine” per salvaguardarli dai contagi?
Oppure è logico pensare che i militari che partecipano alle grandi manovre siano stati tutti già vaccinati, e quindi possono operare in piena tranquillità?
Come abbiamo scritto in più circostanze, ripetiamo: Qualcosa non torna, ma è un “qualcosa” che non si riesce a individuare. Guarda caso: come la “vera” natura e origine (mai individuate, a quel che risulta) del Coronavirus che sembra colpire esclusivamente i normali cittadini, ma resta alla larga dalle alte gerarchie politiche e… anche militari.
Foto da “Naval Tecnology”