Scomparso Raoul Casadei, il re del liscio

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E’ morto Raoul Casadei. Il re del liscio non ce l’ha fatta vincere la sua battaglia contro il Covid. Dal 2 marzo scorso era ricoverato all’ospedale Bufalini di Cesena dopo aver contratto il coronavirus. Oltre a lui, si legge sul sito della Stampa, erano stati contagiati anche gli altri famigliari della ‘dinastia’ romagnola.

Nato a Gatteo, il 15 agosto 1937,diplomato alle magistrali, Raoul Casadei è per diciassette anni maestro elementare. Si appassiona alla musica a sedici anni, quando lo zio Secondo, direttore della più famosa orchestra di liscio romagnolo (fondata da lui nel 1928), gli regala una chitarra.

Alla fine degli anni ’50 inizia a partecipare agli spettacoli dell’Orchestra Casadei. Lo zio decide di rinominare la sua formazione Orchestra Secondo e Raoul Casadei. L’Orchestra Casadei dagli anni ’60 diffonde la musica da ballo romagnola in tutta l’Italia eseguendo più di 365 concerti all’anno (oltre alla sera, infatti, si suonava anche il pomeriggio). Nel 1971, dopo la morte dello zio Secondo, Raoul prende in mano la conduzione dell’orchestra.

La sua principale prerogativa è quella di far conoscere a livello mondiale il genere musicale del liscio, attraverso i valori della propria terra romagnola: la famiglia, l’amore e l’amicizia.

Negli anni ’70 scoppia il cosiddetto “boom del liscio”, si formano migliaia di orchestre e si riempiono le scuole di ballo. Nel 1973 Raoul scrive uno dei suoi più grandi successi: Ciao mare. Negli anni seguenti nascono altri successi: SimpatiaLa mazurka di periferiaRomagna e SangioveseRomagna CapitaleTavola grande. L’Orchestra Casadei è sulla cresta dell’onda: partecipa per la seconda volta[1] al Festivalbar (1973), esordisce al Festival di Sanremo (1974) e ad Un disco per l’Estate (1975). Raoul è anche interprete di spot pubblicitari (Barilla e Biancosarti), film e fotoromanzi; compone le musiche di sigle televisive (fra cui …E viene sabato, e poi domenica per la trasmissione Domenica In del 1977 e Rimini Rimini Rimini per l’edizione del 1991 della trasmissione Stasera mi butto) e di soap opera. Il nome “Casadei” è citato in canzoni di diversi giovani artisti pop.

Nel 1980 si ritira dal palcoscenico e continua a gestire l’orchestra da dietro le quinte.(Wiki)

IL SINDACO DI RIMINI

“Ci sono e ci saranno tanti modi per ricordare la figura di Raoul Casadei, ma a me piace pensare a quello che ci ha dato con la sua musica in una vita piena di cose: gioia e allegria”. Così il sindaco di Rimini e presidente di Destinazione Romagna, Andrea Gnassi, ricorda Raoul Casadei in un lungo post su Facebook.

Il liscio, scrive ancora Gnassi, “era ed è parte di quello che siamo, a Rimini e in Romagna. Ma Raoul Casadei negli anni Settanta, con la sua contaminazione pop, lo ha fatto diventare patrimonio popolare di tutto il Paese. Da genere local a passione mainstream, con hit che scalano le classifiche dei dischi italiani più venduti”.

Raoul Casadei, “con la sua storia italiana di musica che aveva, e ha, dentro il cuore romagnolo, è stato quel sorriso che, quando dici Romagna, a chiunque viene spontaneo – ricorda ancora Gnassi -. Era una persona solida con al centro la famiglia, l’amore per la sua terra, la passione per il lavoro, la generosità che non risparmiava per la sua Romagna e per la nostra regione, donando e offrendo il suo talento. Raoul è stato anche l’unico capace di mettere quell’intelligenza manageriale e quello sguardo che trasformarono il liscio in un genere internazionale. Poteva fermarsi ai suoi successi ed era già tanto, ma non lo ha fatto”.


“Negli ultimi 30 anni – si legge ancora nel post – ha cercato il genere popolare perfetto, dal liscio alla musica solare, alle contaminazioni etniche e musicali che oggi grazie al figlio Mirko, consapevole che la musica che ci gira intorno è uno dei pochi linguaggi universali, unisce nell’allegria e nella commozione i popoli di tutto il mondo”.

“Forse era la ricerca di un’utopia, nel mondo delle frontiere, ma era comunque una ricerca che Raoul non ha mai interrotto. E oggi che non c’è più io, noi, i nostri genitori, i nostri nonni vogliamo idealmente ringraziarlo – sottolinea il sindaco di Rimini – per quegli assalti al cuore che ogni tanto ci facevano stringere alla persona amata in una danza libera, spensierata, o in un sorriso. Mirko avrà la forza per continuare la grande tradizione, nell’innovazione che sta portando avanti. Alla sua famiglia un enorme abbraccio e la consapevolezza che la sua eredità culturale e umana sarà portata avanti come merita”. (AdnKronos))

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