Attentato jihadista a Nizza: catturato in Italia complice del killer

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L’uomo, 28enne cittadino albanese colpito da mandato d’arresto europeo, è ritenuto responsabile di aver fornito armi a Mohamed Lahouaiej-Bouhlel. 

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E’ stato arrestato in Italia il complice dell’autore dell’attentato terroristico commesso in Francia a Nizza il 14 luglio 2016, costato la vita a 86 persone, di cui sei italiane.

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L’uomo è stato localizzato a Sparanise, in provincia di Caserta. D’intesa con il procuratore della Repubblica di Napoli, questa sera, nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli, gli uomini della polizia di stato delle Digos delle Questure di Napoli e Caserta hanno catturato E.E., 28enne cittadino albanese colpito da mandato d’arresto europeo emesso dalle autorità francesi poiché ritenuto responsabile di aver fornito armi all’autore dell’attentato terroristico commesso nella città francese. L’albanese è stato catturato in un parco giochi dove era in compagnia del figlio.

Responsabile dell’attacco di Nizza, avvenuto nel giorno della festa nazionale francese, mentre centinaia di persone affollavano la Promenade des Anglais per assistere ai fuochi di artificio, fu Mohamed Lahouaiej-Bouhlel, 31 anni, nato a Susa, in Tunisia, con nazionalità francese e tunisina, che alla guida di un camion si scagliò contro i pedoni, proseguendo la sua corsa per quasi due chilometri e falciandoli. Venne ucciso dagli agenti di polizia che fermarono la sua corsa. Il giorno successivo l’attentato venne rivendicato dallo Stato islamico.

MARITO DI UNA VITTIMA – “Una notizia che mi coglie impreparato che fa riaffiorare i ricordi” dice all’Adnkronos Piero Massardi, marito di Carla Gaveglio, casalinga di Piasco, nel cuneese, rimasta vittima nell’attentato di Nizza. “Il dolore come si può immaginare non passa, ma certo questa è una buona notizia anche se aspetto sempre che la Francia chiuda questo capitolo”, aggiunge.

SINDACO DI SPARANISE – L’albanese complice dell’attentatore era arrivato a Sparanise da alcuni mesi e lavorava come bracciante agricolo. Lo riferisce all’Adnkronos il sindaco di Sparanise, Salvatore Martiello. “Lo conoscevo di vista – racconta – e so che lavorava come bracciante agricolo, non era un personaggio in vista per qualche motivo particolare, non era un ‘sospettabile’. Credo fosse a Sparanise dall’estate scorsa, non da tantissimo tempo”. Il 28enne abitava in via Solimene, nel centro della piccola cittadina del Casertano, con la moglie e un figlio. Era in compagnia di quest’ultimo quando è stato catturato. (AdnKronos)

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