L’amministrazione Biden ha bloccato l’indagine avviata in segreto dal dipartimento di Stato di Mike Pompeo per provare che il Coronavirus sia stato generato in un laboratorio cinese. Lo rivela oggi la Cnn, citando fonti informate che spiegano che la nuova amministrazione questa primavera ha deciso di sospendere l’inchiesta, iniziata negli ultimi mesi della presidenza Trump ma finora mai resa pubblica.
Secondo le fonti dell’emittente americana, la nuova squadra di Biden al dipartimento ha avanzato dubbi sulla qualità del lavoro investigativo fatto, ritenuto parte di una più ampia manovra politica di Trump tesa ad addossare alla Cina l’intera responsabilità della pandemia, scegliendo a proprio piacimento i fatti a sostegno della tesi. Già mesi prima dell’avvio dell’inchiesta, lo scorso maggio, Pompeo aveva infatti parlato di “una grande quantità di prove” a sostegno dell’ipotesi del virus originato in un laboratorio cinese, nonostante l’intelligence avesse escluso che vi fossero risposte certe.
Le rivelazioni della Cnn arrivano però in un momento in cui ha ripreso quota l’ipotesi dell’origine del virus in un laboratorio di Wuhan, dopo che il rapporto dell’Oms dello scorso marzo aveva invece definito questa possibilità “altamente improbabile”. Le persone coinvolte nell’indagine avviata lo scorso autunno dall’ex segretario di Stato Pompeo difendono il loro lavoro teso a dimostrare che i programmi per le armi biologiche dei laboratori di Wuhan possano avere avuto un ruolo nell’origine della pandemia.
Un portavoce del dipartimento di Stato ha confermato che la decisione di interrompere l’indagine, condotta dall’ufficio per il controllo delle armi, è stata presa dopo che i funzionari dell’amministrazione Biden hanno ricevuto due bozze, a febbraio e marzo, dei primi risultati. Ed hanno avanzato dei dubbi sulla legittimità dei metodi usati, decretando che il progetto era uno spreco inutile di risorse.
“Il modo in cui hanno lavorato era enormemente sospetto – ha spiegato una fonte della Cnn – praticamente in segreto, escludendo gli esperti tecnici del dipartimento e dell’intelligence, e poi cercando di comunicare alle altre agenzie le loro ‘conclusioni provvisorie’ ancora prima che vertici del dipartimento per il quale lavoravano sapessero che era in corso un’indagine”.
Molti alti funzionari del dipartimento sono stati informati infatti dell’indagine solo nelle ultime settimane della presidenza Trump, quando è stata convocata, ai primi di gennaio, una riunione con scienziati indipendenti che hanno considerato fuorvianti e non determinanti le presunte prove raccolte. “Sembrava come se stessero cercando di giustificare delle conclusioni predeterminate escludendo gli esperti che non sostenevano la loro scienza”, spiegano ancora le fonti della Cnn.
Interpellate dalla Cnn, alcune delle persone coinvolte nell’indagine di Pompeo hanno replicato alle accuse affermando che il loro lavoro si è basato sull’analisi di ricerche scientifiche ed informazioni dell’intelligence Usa a sostegno della tesi dell’incidente di laboratorio. Ed è dei giorni scorsi la notizia del rapporto dell’intelligence Usa riguardo ai 3 ricercatori del laboratori di Wuhan ricoverati nel novembre del 2019 per sintomi riconducibili al Covid. Rivelazione che ha fatto riesplodere sui media americani il dibattito sull’origine del virus.
Mentre dal dipartimento di Stato si sottolinea che “anche se questo progetto segreto è stato concluso, il dipartimento continua a lavorare con le altre agenzie per indagare sulle origini del Covid”.
Gli Stati Uniti, che chiedono una nuova indagine internazionale, indipendente e trasparente, sulle origini del virus, sospettano che la Cina abbia mantenuto programmi per attacchi con armi biologici anche dopo aver aderito nel 1984 alla Convenzione che proibisce lo sviluppo, la produzione, il trasferimento di armi batteriologiche e tossine. Pechino ovviamente nega ogni accusa. (AdnKronos)