Blitz in tre Comuni del palermitano: sequestro beni per oltre 2,5 mln e 5 arresti

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Partinico, San Giuseppe Jato e San Cipirello. Sono questi i tre Comuni del palermitano interessati, all’alba di oggi, dall’operazione ‘Cogenesi’ dei Carabinieri e della Guardia di finanza di Partinico che ha portato al sequestro di beni per oltre 2,5 milioni di euro e agli arresti domiciliari di tre amministratori di imprese operanti nel settore dei rifiuti e già destinatarie di provvedimenti interdittivi antimafia per collegamenti con esponenti mafiosi del mandamento di San Giuseppe Jato. L’ordinanza, emessa dal gip di Palermo su richiesta della procura, prevede anche l’obbligo di dimora per l’amministratore di diritto e socio di alcune delle imprese e la sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio per un dipendente del Comune di Partinico. L’accusa, a vario titolo, è di bancarotta fraudolenta, intestazione fittizia di beni e quote societarie, inadempimento di contratti per pubbliche forniture, utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, riciclaggio e autoriciclaggio. 

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Al centro dell’indagini la Cogesi srl, ditta a cui il Comune di Partinico aveva aggiudicato il noleggio dei mezzi per il servizio di raccolta dei rifiuti. Le indagini, condotte anche attraverso l’esame dei flussi finanziari delegati dalla Procura di Palermo ai finanzieri di Partinico, hanno consentito di ipotizzare che gli indagati, “attraverso dei crediti sorti in capo ai soci e relativi a spese risultate fittizie per l’acquisto di carburante nonché ad altre operazioni simulate con una ditta individuale di fatto riconducibile agli indagati, avrebbero architettato un fittizio aumento del capitale sociale della Cogesi srl con il mero fine di accrescere la solidità economico-finanziaria e patrimoniale dell’azienda ed accedere così a bandi di gara più consistenti, inducendo in errore la pubblica amministrazione e continuando ad arricchirsi indebitamente con l’aggiudicazione illecita degli appalti indetti da vari enti locali per la gestione dei rifiuti”. 

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I finanzieri hanno inoltre constatato che gli indagati hanno distratto l’intero patrimonio aziendale della Cogesi srl, portandola al fallimento, utilizzando i capitali per l’acquisto di immobili e beni di lusso (tra cui imbarcazioni, orologi e supercars) e costituendo la nuova Eco Industry srl, con sede a San Giuseppe Jato, che avrebbe dovuto servire per le stesse finalità della Cogesi. Nel provvedimento cautelare, il gip ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca dei profitti derivanti dalla bancarotta fraudolenta e dall’utilizzo di false fatturazioni, del complesso aziendale della Eco Industry srl, di una villa a San Cipirello e di due autovetture di lusso (una Ferrari 488 e un Range Rover Evoque), per un valore complessivi di oltre 2 milioni e mezzo di euro.

C’è anche un dipendente del Comune di Partinico (Palermo) fra i soggetti coinvolti nell’operazione Cogenesi. Le accuse, a vario titolo, sono bancarotta fraudolenta, intestazione fittizia di beni e quote societarie, inadempimento di contratti per pubbliche forniture, utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, riciclaggio e autoriciclaggio. 

Le indagini hanno preso il via nel settembre 2018 da un attentato incendiario ad alcuni mezzi e strutture dell’autoparco del Comune di Partinico. Intercettazioni telefoniche e ambientali hanno fatto emergere una relazione tra l’atto intimidatorio e una procedura di affidamento per il noleggio di mezzi destinati al servizio di raccolta dei rifiuti che l’Ente aveva aggiudicato alla Cogesi srl.

I carabinieri hanno scoperto una connivenza fra il dipendente del Comune di Partinico – per il quale il gip di Palermo ha disposto la sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio – e gli amministratori di diritto e di fatto della Cogesi srl. Il dipendente avrebbe omesso di contestare alla ditta gravi inadempimenti contrattuali, come il nolo di mezzi in misura inferiore a quella dichiarata, l’impiego di mezzi privi di revisione o non iscritti all’Albo dei gestori ambientali, le mancate messa in mora e risoluzione del contratto nei confronti della Cogesi e l’omessa comunicazione all’Anac della prematura interruzione del rapporto contrattuale. 

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