Talebani sparano su manifestanti a Jalalabad: 35 morti

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Nonostante le rassicurazioni dei Talebani, nel terzo giorno dell’Emirato islamico si registrano caos e tensioni in alcune città del Paese. Proteste si segnalano a Jalalabad, capoluogo della provincia di Nangarhar, dove i Talebani hanno aperto il fuoco contro un gruppo di manifestanti provocando almeno due morti e 10 feriti, mentre alcuni giornalisti sarebbero stati malmenati.

Nel capoluogo della provincia di Nangarhar, nell’est del Paese, centinaia di persone sono scese in strada armate di bandiere afghane, da contrapporre a quella dei Talebani, ‘nuovi padroni’ delll’Afghanistan.

AGGIORNAMENTO – -ORE 19

“Oggi il popolo che abita nella provincia afghana chiamata Nangarhar è uscito in strada con le vecchie bandiere dell’Afghanistan. Per fermarli, i talebani hanno sparato e ammazzato trentacinque persone”. E’ la testimonianza inedita ed esclusiva che Sky TG24 ha raccolto da un testimone oculare della protesta avvenuta a Jalalabad, capoluogo della provincia orientale di Nangarhar, e da tre giorni in mano agli eredi del movimento del mullah Omar.

Spari anche all’aeroporto di Kabul, dove i Talebani hanno cercato di disperdere la folla che ancora si accalca nel tentativo di fuggire dall’Afghanistan. Lo riferisce la Cnn, secondo cui “ci sono combattenti tutto intorno, li abbiamo visti fisicamente cercare di riportare indietro le persone”.

DISTRUTTA STATUA LEADER SCIITA ANTI-TALEBANI

Secondo quanto riferisce Al Jazeera, nella provincia di Bamiyan, è stata distrutta la statua di Abdul Ali Mazari, un leader sciita che combatté i Talebani durante la guerra civile negli anni Novanta. Mazari, esponente carismatico della minoranza hazara, venne assassinato dai Talebani nel 1996, quando il gruppo allora guidato dal mullah Omar prese il potere nel Paese. La provincia di Bamiyan è tristemente nota per aver ospitato anche le enormi statue dei Buddha distrutte con la dinamite dai Talebani poco prima dell’intervento militare americano nel 2001.

A KABUL INCONTRO TRA KARZAI, ABDULLAH E ANAS HAQQANI

A Kabul ci sarebbe stato un incontro tra l’ex presidente afghano Hamid Karzai, l’ex ‘chief executive’ e rappresentante per i negoziati di pace Abdullah Abdullah e Anas Haqqani. Lo riporta Tolo News che pubblica alcune immagini senza fornire altri dettagli. La notizia viene riportata anche dall’agenzia Pajhwok che parla dell’arrivo a Kabul di una delegazione dei Talebani guidata da Anas Haqqani. Anas Haqqani – parte dell’ufficio politico dei Talebani secondo Tolo News – è il fratello di Sirajuhddin Haqqani, leader dell’omonima rete jihadista (fondata dal padre Jalaluddin) e uno dei vice dei Talebani.

CENTINAIA DI AFGHANI ACCAMPATI INTORNO ALL’AEROPORTO

Centinaia di afghani sono accampati intorno all’aeroporto di Kabul nella speranza di riuscire a lasciare il Paese, rende noto l’agenzia di stampa tedesca citando testimoni locali. Uomini, donne e bambini hanno passato la notte nelle strade che portano allo scalo in seguito alla diffusione della falsa notizia secondo cui chiunque si sarebbe presentato all’aeroporto sarebbe riuscito a partire.

“Stiamo collaborando con i Talebani sul terreno e sembra che sia una relazione molto diretta”, ha detto il capo dello Stato Maggiore britannico, Nick Carter, intervistato da Sky News, affermando che “al momento la situazione è molto calma”. “Ci stanno aiutando all’aeroporto”, ha continuato della situazione all’aeroporto internazionale Hamid Karzai dove, dopo il caos ed i disordini di lunedì, da ieri sono ripartiti i voli con le evacuazione dei cittadini occidentali e di migliaia di rifugiati afghani. Il generale britannico ha anche detto che i Talebani “stanno tenendo le strade di Kabul molto sicure e molto calme”. (AdnKronos)

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