Ultime Covid Italia: 54 decessi e 5.273 nuovi casi. In Sicilia nessuna vittima

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Sono 5.273 i nuovi casi di Coronavirus e 54 i morti in 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Dall’inizio dell’emergenza sono state contagiate 4.449.606 persone e ne sono morte 128.510. Nelle ultime 24 ore +138 ricoverati con sintomi, 3.472 in totale, +19 in terapia intensiva, 423 in totale. Nella giornata sono stati effettuati 238.073 tamponi, tasso positività scende al 2,2%.

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IN SICILIA. Nessuna vittima nelle ultime 24 ore, ma 1.229 nuovi casi di Coronavirus su 26.865 tamponi effettuati, l’indice di positività è sceso al 4,6%. Viene superata la soglia del 10% per i posti letto occupati da pazienti Covid in terapia intensiva e oltre il 15% (esattamente il 16,8%) in ricovero ordinario. Sono complessivamente 19.949 i pazienti positivi, dei quali 607 ricoverati in ospedale, 77 in terapia intensiva e 19.265 in isolamento domiciliare.

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Vede ”giallo” Confcommercio: ”Cattiva gestione turisti, bulimia operativa”

Il passaggio potrebbe avvenire già il 23 agosto. Con il boom di contagi e con i ricoveri in crescita per la Sicilia il rischio di tingersi di giallo appare sempre più concreto. Un addio alla zona bianca che arriverebbe nel pieno di una stagione turistica da tutto esaurito e che per molte imprese potrebbe decretare la fine definitiva. “Non siamo stati in grado di gestire al meglio la notevole massa di turisti che si è riversata sulla nostra isola”. Fa autocritica Gianluca Manenti, presidente regionale di Confcommercio Sicilia, per il quale c’è stata “una sorta di bulimia operativa proprio per recuperare i mesi di chiusura. Ma tutto questo, alla luce dell’aumento dei contagi, si è rivelato un’arma a doppio taglio”. 

Guarda ai numeri impietosi del bollettino Covid, il numero uno di Confcommercio Sicilia. “Siamo la maglia nera per nuovi casi positivi e questo non ci aiuta – dice all’Adnkronos -. Penso alle numerose imprese che si vedranno costrette a ridimensionare la propria attività con lo spauracchio che si possa, di nuovo, precipitare nelle fasi più buie dell’ultimo anno. Non è possibile andare avanti così”. Anche perché, avverte Manenti, “alcune tra queste attività non ce la faranno a sostenere un altro periodo di chiusura, nel caso in cui dovesse concretizzarsi, e molto probabilmente si vedrebbero costrette a gettare la spugna”. 

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