“Le organizzazioni criminali più strutturate saranno fortemente attratte dalle opportunità collegate alla diffusa situazione congiunturale post pandemica, non solo per conquistare posizioni di dominio nei mercati reinvestendo i capitali di provenienza illecita ma anche per ottenere illecitamente finanziamenti a tasso agevolato e contributi a fondo perduto”.
E’ il monito che arriva dalla relazione semestrale della Dia in cui si sottolinea come “tali forme di criminalità siano flessibili e ispirate a modelli imprenditoriali capaci di integrarsi con l’economia legale e di anticiparne l’evoluzione e le opportunità anche agendo nella produzione di beni e servizi nei settori legali dell’economia, operando sui mercati internazionali e sfruttando le disomogeneità legislative dei diversi Paesi”.
Nella lotta alla criminalità organizzata italiana all’estero, suggerisce la Dia, si deve agire come si è fatto a livello internazionale per affrontare la pandemia.
“Per un contrasto efficace a tali insidie, oltre all’auspicio di arrivare quanto prima ad una legislazione omogenea e condivisa fra gli Stati, si impone, mutuando l’esperienza e l’impegno profuso nella lotta al virus, un impulso sempre maggiore nella circolazione delle informazioni e nella cooperazione sinergica tra gli organi investigativi e giudiziari dei singoli Paesi. I sistemi criminali organizzati sono ormai un grande soggetto sovranazionale – si legge – che gli Stati non potranno più contrastare efficacemente in modo autonomo ed isolato”.