La carica dei cento sindaci per le Zone Franche Montane

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All’indomani della perimetrazione delle zone franche montane in Sicilia, asseverata dalla Delibera di Giunta Regionale n° 405/21 e al 2370 esimo giorno di attesa, il Comitato regionale promotore (associazione zfm Sicilia e Sindaci) scrive alle più alte cariche dello Stato.

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“L’emanazione di tale ‘Zone’ rientra nella esclusiva competenza regionale, non può essere oggetto di censura da parte dello Stato a meno che si disconosca la specialità statutaria della Sicilia ed inoltre rientra nel paradigma affermato dalla Corte di Giustizia Europea in relazione alle autonomie fiscali delle Regioni. La stessa è integralmente compatibile con le vigenti disposizioni legislative e regolamentari, nazionali, comunitarie e con gli obiettivi del PNRR”. Si legge nella richiesta. Tra gli altri in indirizzo anche la Sottosegretaria di Stato al MEF, Alessandra Sartore e ai presidenti delle Commissioni Finanze e Tesoro e Bilancio del Senato, Luciano D’Alfonso e Daniele Pesco.

“Chiediamo – scrivono i rappresentanti delle Terre alte di Sicilia – di favorire, a stretto giro, i prossimi passaggi parlamentari”, tenendo conto di alcune dirimenti considerazioni tecnico-politiche, ovvero “di destinare le risorse individuate dalla Ragioneria Generale dello Stato alla riduzione dei contributi INPS, anziché l’abbattimento dell’Imu e dell’IRPEF”.

Il Comitato regionale nella richiesta insiste affinché la Commissione Finanze e Tesoro approvi la sintesi degli emendamenti depositati trasversalmente il 5 marzo 2021 ovverosia: “che per il finanziamento strutturale della norma di politica economica si utilizzino una parte delle risorse rinvenienti dall’attuazione dello Statuto autonomistico della Regione Siciliana in materia finanziaria, in riferimento agli articoli 36 e 37 dello stesso”.
Tale condizione favorirebbe la destinazione dell’Iva all’Importazione al finanziamento strutturale della norma di politica economica in discussione a Palazzo Madama. Il terzo punto, contenuto nella richiesta del Comitato.

Su tale percorso, di portata storica, ci sarebbe anche il parere favorevole del Governo regionale, rilasciato all’ARS in occasione della votazione dell’Ordine del Giorno, avvenuta lo scorso 11 maggio, nel quale si impegnava il governo a “porre in essere tutte le interlocuzioni istituzionali opportune, affinché la Commissione Paritetica adotti provvedimenti idonei a trovare adeguata copertura finanziaria a sostegno delle disposizioni concernenti l’istituzione delle zfm, anche destinando in via prioritaria, a quest’ultime le risorse provenienti dal gettito dell’Iva all’importazione”.

«L’Iva all’Importazione è di competenza della Regione Siciliana, – dichiarano dal Comitato – è incomprensibile la ragione per cui lo Stato continui a non considerarla un’imposta indiretta».

«Finanziare strutturalmente con questo cespite tributario le Disposizioni concernenti l’Istituzione delle ZFM in Sicilia – concludono – è una scelta politica che i Senatori e i Deputati eletti in Sicilia sono chiamati a difendere, senza infingimenti».
Intanto, oltre mezzo milione di residenti delle Terre Alte di Sicilia si aspettano che parta il primo step del percorso, al momento con le risorse individuate al MEF, in attesa che si definisca la parte dell’accordo tra lo Stato e la Regione Siciliana che riguarda l’Iva all’Importazione. «Non ci sono impedimenti», è il mantra del Comitato regionale promotore.

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