Alla scoperta dei tesori bizantini di Rometta

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Di Gaetano Consalvo

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Nuova, interessante escursione a Rometta Superiore promossa dall’Istituto per la Cultura Siciliana e del Gruppo ricerche nel Val Demone coordinato dall’Architetto F.Imbesi.

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Il piccolo centro urbano messinese ha visto la presenza di un folto numero di escursionisti, studiosi ed appassionati intenti ad osservare studiare e fotografare per le vie dell’antico borgo.

Nel territorio di Rometta sono presenti grotte saracene e chiesette rupestri paleocristiane disseminate lungo tutta la vallata di S.Leone, utilizzate nell’antichità come eremi o rifugi di asceti solitari ed eremiti. Rometta viene fondata in età bizantina: il suo nome in greco vuol dire “le difese, le fortezze” (ta erymata). Dopo lunghissima resistenza viene occupata dagli Arabi e il suo nome viene pronunciato”rimta”, da cui il medievale Rametta e successivamente nel XVI secolo Rometta.

Antichissima ed inespugnabile fortezza di grande interesse strategico lungo una importante via di collegamento tra Messina e Palermo.

Il Gruppo di ricerca si è immerso in una fittissima vegetazione e, grazie all’aiuto di Giuseppe Abramo e di una squadra ben attrezzata, è riuscito a segnare un sentiero utile per poter raggiungere un sito interessantissimo ricco di grotte, nicchie e chiesette rupestri. Dopo avere esplorato il territorio, il Gruppo è rientrato nell’abitato dove è stato accolto con grandissima disponibilità dall’Arciprete Salvatore Perdichizzi, che lo ha guidato nella visita della cittadina, mostrando la splendida chiesa Madre e sopratutto il gioiello di arte bizantina conosciuto come chiesa del SS. Salvatore, una costruzione databile tra il sesto ed il decimo secolo. La chiesa è nota gli abitanti col titolo di “Gesù e Maria” o ancora come “S. Maria dei cerei”. Rammarico dell’Arciprete per le condizioni in cui versa la costruzione e per il disinteresse delle competenti autorità: lo stato in cui si trova la prezioso testimonianza storica è, infatti, preoccupante. E ciò nonostante i continui appelli, richiami  e varie segnalazioni alle autorità da parte dell’Arciprete che non hanno sortito alcun esito. La chiesa, fra l’altro, ha subito diversi sconsiderati e maldestri interventi di restauro che, in parte, ne hanno  stravolto l’essenza originaria, deturpandola in vario modo. C’è da augurarsi che alla fine gli ulteriori appelli e richiami possano essere raccolti da persone in grado di comprendere quanto sia alto il valore della cultura plurimillenaria della Sicilia e che gli organi competenti regionali e nazionali si attivino al più presto in maniera da recuperare gli immensi tesori storici abbandonati che possiede, valorizzandoli in maniera di tramandarli alle future generazioni.

LA CUBA DI ROMETTA ESEMPIO DI GEOMETRIA SACRA

Di Giuseppe Tizzone.

La Cuba di Rometta rappresenta un esempio unico in Sicilia di geometria sacra.

La chiesa bizantina è intitolata al Santissimo Salvatore, ma la dedica esatta dell’edificio è Santa Maria dei Cerei. La costruzione è databile tra il V ed il VI secolo. La chiesa si presenta con pianta a croce greca inserita in un quadrilatero, queste tipologie di costruzioni vennero diffuse nel mediterraneo grazie al monachesimo siriaco.
I vari restauri della chiesa fatti in modo superficiale non permettono del tutto di vedere quella che era l’architettura originale, l’interno doveva essere interamente pieno di affreschi, rimane visibile forse una Madonna con Bambino.

La cupola rappresentava una sintesi della volta celeste dove vi era il trono con l’Altissimo sorretto dagli Arcangeli che propaga in terra il suo verbo per mezzo dei quattro Evangelisti. La cuba di Rometta come quella di Castiglione di Sicilia e altre rappresentano un modello cosmogonico comune ad altre tradizioni, si tratta di un modello geometrico. L’interno doveva essere interamente basato su un obiettivo ben definito da una circolarità entro cui si iscrive un quadrilatero che in quella di Rometta si trasforma in ottagono per via rotatoria infatti la cupola all’esterno si poggia su una struttura ottagonale a gradoni.

Una trasmutazione geometrica del quadrato in cerchio, del cubo in sfera, per via ottagonale rappresenta la congiunzione tra terra e cielo e il Cristo Pantocratore che modella le cose terrestre a quelle celesti.

Recenti scavi archeologici condotti dall’Architetto Dott. F. Imbesi hanno portato alla luce un canale che conduce a una vasca al centro della cuba.

Secondo la tradizione paleocristiana il battistero era costituito da una vasca, giacché doveva permettere la parziale immersione del battezzando.

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