Per quattro giorni 980 unità del Corpo e 165 volontari della Croce rossa sono stati impegnati in scenari operativi di emergenza
L’incidente in funivia e quello al petrolchimico con la fuoriuscita di sostanze tossiche, il soccorso a un operaio rimasto intrappolato su una pala eolica e quello ai terremotati sotto le macerie. Sono alcuni degli scenari operativi di emergenza che hanno visto impegnati per quattro giorni, dal 23 al 26 novembre scorsi, 980 vigili del fuoco della Sicilia. Una maxi esercitazione con simulazioni da un capo all’altro dell’Isola coordinate dalla Direzione regionale nell’ambito di un piano nazionale di attività promosse dalla Direzione centrale per l’emergenza del Corpo nazionale nelle varie regioni italiane. In campo le varie specializzazioni dal nucleo speleo-alpino-fluviale (Saf) a quello Nbcr, chiamato a intervenire quando esiste un fondato pericolo di contaminazione da sostanze nucleari, biologiche, chimiche o radiologiche, e poi ancora le squadre dell’Usar, impegnate in attività di soccorso tra le macerie dopo eventi sismici, esplosioni o crolli, e il nucleo cinofili.
“E’ stata un’esercitazione con manovre operative sul campo e anche per posti di comando – dice all’Adnkronos Francesco Fazzari, dirigente del soccorso pubblico e della colonna mobile regionale dei vigili del fuoco della Sicilia -. I nove Comandi provinciali si sono mossi sotto il coordinamento della Direzione regionale, che ha attivato un’apposita sala crisi, in costante collegamento con il Centro operativo nazionale del Dipartimento dei vigili del fuoco.
“Il nostro personale è periodicamente impegnato in attività di retraining per il mantenimento delle competenze specialistiche acquisite – sottolinea -: è necessario restare aggiornati sulle ultime tecniche e pronti a intervenire in ogni condizione. Tuttavia è la prima volta che si realizza un’esercitazione di queste proporzioni. Per quattro giorni si sono mossi nove Comandi provinciali, oltre alle sale operative per testare le procedure con i sistemi informatici, con quasi mille unità impegnate”. Coinvolta nelle attività anche la Croce Rossa: 14 Comitati territoriali, 165 volontari e 64 mezzi coordinati dalla Sala operativa regionale.
“Con i vigili del fuoco c’è una sinergia e collaborazione ormai consolidata, grazie anche a un’intesa avviata nel 2018 che ha individuato gli ambiti di collaborazione – spiega all’Adnkronos Luigi Corsaro, presidente regionale della Cri Sicilia -. In tutti gli scenari di emergenza i nostri volontari operano fianco a fianco con le unità del Corpo fornendo loro supporto tecnico, logistico, socio-sanitario e psicologico”. Lo scorso maggio è stato firmato un protocollo operativo nazionale tra la Croce Rossa italiana e il Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
“La quattro giorni di esercitazioni ha visto la massiccia presenza dei nostri volontari, uno scambio di competenze per fornire una risposta di qualità anche in scenari complessi – sottolinea Corsaro -. Queste simulazioni, insieme a quelle effettuate in altre regioni d’Italia, sono il primo banco di prova di una collaborazione che darà i frutti al servizio della popolazione in ogni situazione sia d’emergenza che nella quotidianità”.
Nel Trapanese tra i ruderi di Poggioreale, il borgo fantasma dopo il sisma del 1968 che ha seminato devastazione nella valle del Belice, i volontari Cri, assieme al personale del Corpo militare volontario e infermiere volontarie, hanno allestito un anche un posto medico avanzato nel campo base di ultima generazione montato dai vigili del fuoco. Squadre Usar e il nucleo cinofili dei vigili del fuoco hanno simulato la ricerca e il soccorso di persone intrappolate sotto le macerie, mentre il Nis (nucleo interventi specialistici) ha eseguito opere di puntellamento.
Nel corso dell’esercitazione sono stati impiegati anche soccorritori acquatici, tecniche di primo soccorso sanitario (Tpss) e sistemi innovativi di spegnimento incendi. Terremoti e non solo. A Linguaglossa, alle pendici dell’Etna e a Ficuzza, nel palermitano, i vigili del fuoco hanno simulato la ricerca di persone disperse con l’utilizzo anche dei droni mentre i nuclei Saf sono intervenuti per mettere in salvo alcuni passeggeri rimasti bloccati sulla funivia. Al petrolchimico di Priolo Gargallo, nel Siracusano, invece, in campo sono scesi i nuclei specializzati in scenari Nbcr.
“Abbiamo ipotizzato la rottura e la fuoriuscita di acido solforico da un impianto in uno stabilimento a rischio di incidente rilevante – spiega Fazzari -. Il nostro personale è intervenuto, dotato di speciali indumenti di protezione individuale e ha eseguito l’intervento di messa in sicurezza”.
E nel Trapanese, a Santa Ninfa e ad Alcamo, i Saf dei vigili del fuoco sono saliti a 55 metri di altezza, simulando il soccorso a un operaio rimasto intrappolato su una pala eolica. A Poggioreale è stato montato un campo base per attività di supporto logistico al personale operativo. “Per quattro giorni quasi mille vigili del fuoco in ogni angolo della Sicilia hanno testato la capacità di risposta del sistema, dimostrando ancora una volta di essere pronti a intervenire in ogni situazione di emergenza”, conclude Fazzari.