Oltre 100 chef al President Park Hotel di Acicastello

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Hanno creato la cucina italiana, codificato le ricette più conosciute ed apprezzate,

hanno esportato all’estero i piatti della tradizione, firmato i menù dei più grandi

alberghi, delle navi da crociera, degli hotel di lusso e delle catene dei più

importanti ristoranti. Hanno percorso carriere prestigiose e oggi, dopo aver

formato intere generazioni di cuochi, scrivono un altro capitolo di storia della

cucina italiana.

Grazie all’iniziativa dell’Acpe (Associazione Cuochi e Pasticceri Etnei), gli chef che

hanno fatto la storia della ristorazione italiana si incontrano in Sicilia per offrire

ancora una volta il proprio apporto alla crescita del comparto. Stavolta però non

vogliono puntare soltanto sulla definizione di piatti e ricette, ma il loro impegno è

rivolto prevalentemente alla qualificazione della categoria professionale.

“Arriveranno da quasi tutte le regioni d’Italia, grandi chef come Giorgio Nardelli,

Paolo Caldana, Rossano Boscolo, Fabio Tacchella, Gaetano Ragunì o Carmelo

Chiaramonte – anticipa il presidente di Acpc Angelo Scuderi – hanno fissato le

regole dei concorsi di cucina e presieduto le giurie internazionali delle più

importanti competizioni del mondo, hanno stabilito i canoni della perfezione

nell’arte della preparazione e della presentazione dei piatti, ma ora vogliono fare il

punto dello stato dell’arte, per fissare le fondamenta di un futuro che vogliono non

effimero”.

“Cuochi e pasticceri: ieri, oggi e domani” è il titolo del congresso ma anche del

manifesto programmatico dei professionisti della cucina italiana di qualità, che

vuole che la professione di domani non si riduca soltanto ad una caccia alle stelle,

ad una corsa alla partecipazione a show televisivi o ad una collezione di like sul

web.

“I cuochi che hanno codificato la cucina italiana, dosando procedure e ricette

tratte dalla tradizione regionale – spiegano gli organizzatori dell’evento – si interrogano sul futuro della professione. Ad intere generazioni e ora ai giovani

affascinati da questa nostra professione hanno consegnato un patrimonio di

conoscenze, accumulate spesso con enormi sacrifici, e ora assistono ad una

evoluzione che potrebbe essere pericolosa. Per questo sentono la necessità di

confrontarsi e di consegnare, a beneficio delle giovani generazioni, un contributo

di testimonianze e di riflessioni”.

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