Esami Maturità: “No ai due scritti”, studenti in piazza in tutta Italia

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Studenti in piazza in tutta Italia contro il ritorno alla maturità pre-covid con le due prove scritte e l’orale. Per il sindacato studentesco a mobilitarsi in più di 40 piazze del Paese sono stati in 100mila.

“Non si tiene conto delle difficoltà degli ultimi anni, un esame privo di senso – denunciano gli studenti – Il ministro continua a non convocarci per prendere le decisioni, per questo siamo disposti a mobilitarci finché questo non avverrà”. “Una proposta che se confermata, fa ben capire che il ministro non ha idea di ciò che è successo nelle scuole negli ultimi anni e qual è la situazione ora – dichiara Luca Redolfi, coordinatore nazionale dell’Unione Degli Studenti – Non vengono considerate le difficoltà didattiche, dell’apprendimento ed emotive vissute”.

“Non riteniamo che il percorso degli studenti si possa valutare attraverso questa modalità di esame – continua Bianca Chiesa, dell’UdS – Al contrario sosteniamo un approccio che garantisca al soggetto in formazione di apportare elementi di soggettività e pensiero critico al processo valutativo, valorizzando la multidisciplinarietà e il totale percorso di studi dello studente.

“Da mesi le studentesse e gli studenti del Paese si mobilitano esprimendo la necessità di cambiare il modello di scuola nel nostro paese – conclude Redolfi – Il ministro continua però a non ascoltare le studentesse e gli studenti e a non convocare le associazioni studentesche. Per questo oggi eravamo nelle piazze di tutto il Paese e la prossima settimana e venerdì 11 continueremo a mobilitarci in tutte le piazze del paese finché non ci sarà data la voce che ci spetta”.

Un corteo molto partecipato è arrivato, a Roma, sotto al ministero, mentre altri cortei e presidi ampiamente numerosi si sono svolti a Milano, Genova, Venezia, Palermo, Firenze, Bari, Perugia e molte altre città nel Paese. Secondo gli studenti, a essere attraversate da cortei, presidi e flashmob sono state 18 regioni e una cinquantina di città, riferisce in un comunicato la Rete degli studenti medi.

GLi studenti chiedono niente seconda prova scritta, colloquio orale basato sulla tesina prodotta dal candidato, più spazio al percorso degli studenti e delle studentesse.

A sostenere la mobilitazione anche la Cgil e la Flc secondo i quali non devono essere “gli studenti a pagare le conseguenze di tre anni di didattica discontinua, in presenza, a distanza, mista. Tre anni in cui le misure del Governo non hanno saputo fronteggiare tempestivamente l’emergenza sanitaria minando il diritto all’istruzione e facendo ricadere tutte le difficoltà di gestione scolastica causate dalla pandemia sugli studenti e sul personale scolastico, che hanno sempre dimostrato un grande senso di responsabilità”. (AdnKronos)

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