La Sicilia è in concorso al 70° “Trento Film Festival”

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Con il lungometraggio “Lassù” di Bartolomeo Pampaloni La suggestiva storia di Isravele, artista eremita che da vent’anni vive in assoluta solitudine sulla cima del monte Gallo a Palermo, è diventata un film, diretto da Bartolomeo Pampaloni e presentato in anteprima mondiale al Trento Film Festival, il più longevo festival internazionale di cinema e culture di montagna

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Il 70. Trento Film Festival, rassegna da sempre dedicata alle mille sfaccettature del cinema di montagna e delle culture che ne abitano gli spazi, torna interamente in sala – dal 29 aprile all’8 maggio 2022 – dopo due anni di edizioni ibride. Ed è felice di annunciare, tra i film in concorso, “Lassù” di Bartolomeo Pampaloni, presentato in anteprima mondiale.

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Sulla cima del monte che domina la città di Palermo, si staglia un edificio interamente decorato da mosaici naif. È un vecchio osservatorio abbandonato, da più di vent’anni dimora di Nino, detto Isravele – nome che acquisisce pieno significato solamente se letto al contrario. Ex muratore del quartiere Brancaccio, ha scelto di lasciare moglie e figli per ritirarsi “lassù” e dedicare il proprio tempo, giorno dopo giorno, all’immensa opera di abbellimento di quello stabile. Un lavoro che Isravele stesso definisce “preghiera”, immerso in un universo di simboli dove non valgono le leggi della ragione, della deduzione e del calcolo.

La storia raccontata da Bartolomeo Pampaloni nel suo ultimo film, “Lassù”, inizia da qui: dalla scelta coraggiosa e anticonformista di un uomo fuori dal comune che trasforma l’incuria in bellezza, mosso da una fede incredibilmente sincretica e, proprio per questo, impossibile da definire o inscatolare. La pace del suo ritiro è però sempre più minacciata da turisti e curiosi, in un’epoca in cui ogni originalità diventa stranezza da fotografare.

«Dove stiamo correndo tutti? Per quale idea di felicità ci battiamo? Cosa vuol dire scegliere la solitudine in un mondo come il nostro, dove sembra che un’esperienza esista solamente quando viene comunicata?» Mosso da queste domande, Pampaloni presenta un ritratto suggestivo di Isravele e della realtà spirituale che lo circonda, creando magistrali contrasti con il mondo “sottostante” e le sue contraddittorie complessità, create forse dagli uomini stessi per auto-confondersi, laddove la chiara purezza di Isravele e del suo intento salvifico appare invece estremamente lucida e serena.

«Nel mio modo di fare cinema è essenziale il rapporto che si instaura con la persona che scelgo di filmare – ha dichiarato il regista – proprio perché concepisco l’atto delle riprese come una relazione tra me e il soggetto che ho davanti. Prima di tutto c’è la ricerca di un’autentica esperienza e poi l’ascolto dell’eco cui tale esperienza dà forma nel suo risuonare in me».

Il film di Pampaloni è dunque un invito a riflettere sul valore delle esperienze che facciamo, sulla direzione del nostro operare e sul senso di marcia verso cui si muovono le nostre scelte di vita. Nel settantesimo anniversario del Trento Film Festival, impegnato – quest’anno più che mai – a guardare al futuro senza dimenticare la propria storia, riflessioni come questa sono fondamentali e stimolanti, oltre che di grande ispirazione per il pubblico che vorrà tornare finalmente in sala.

La proiezione in anteprima mondiale di “Lassù” (Bartolomeo Pampaloni, Italia/Francia, 2022) è prevista il 1 maggio alle 18.45 presso il cinema Modena di Trento, con replica il giorno successivo.

 

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