Pronti a tutto: esercitazioni militari aeronavali “non stop” nell’ex Mare Nostrum

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di Salvo Barbagallo

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Di certo i nostri generali (quelli Italiani) e i generali dei Paesi alleati (NATO) non dormono e guidati dai responsabili dei rispettivi Governi (in Italia Di Maio-Esteri, Lorenzini-Difesa, sotto il mantello Draghi) pensano bene di prepararsi alla tutela e salvaguardia dei territori di competenza con esercitazioni aeronavali e terrestri “non Stop”. E’ la “crisi Ucraina” e il temibile e imprevedibile “russo” Putin che tengono svegli giorno e notte politici e militari nostrani e amici stranieri: occorre essere pronti e preparati per affrontare le situazioni peggiori che potrebbero verificarsi in mare, in terra e in cielo in un tempo non definito.

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Si è appena conclusa l’articolata e complessa operazione “Mare Aperto” protrattasi per ben 24 giorni (dal 3 al 27 maggio) che ha visto impegnate Forze armate di sette nazioni della Nato con oltre 4000 uomini, 60 navi, 5 sommergibili, oltre 30 aeromobili imbarcati, ivi inclusi gli aerei dell’aviazione navale della Marina Militare e unità navali fornite da Canada, Francia, Inghilterra, Olanda, Portogallo, Spagna e Stati Uniti, che già è in corso da giorni l’esercitazione “Neptune Shield” nel Mediterraneo, Mar Baltico e Adriatico. Nuove manovre che vedono costantemente la partecipazione anche dell’Italia, in questo caso con la portaerei Cavour. Ed ecco che la politica di casa nostra si mostra entusiasta, con le affermazioni del Sottosegretario di Stato alla Difesa Stefania Pucciarelli, che subito ha commentato il nuovo “evento”: “Un grande orgoglio e una grande opportunità, una prova di prontezza e interoperabilità di valore abilitante in previsione degli impegni futuri legati alla Nato, che aumenta l’importanza di una squadra efficace e l’onore del nostro Paese di farne parte”.

Cosa è la “Neptune Shield”? Così la descrive di Ivone Carapeta, STIKFORNATO PAO: è “un’attività di vigilanza che integra capacità di spedizione marittima di fascia alta di risorse marittime, aeree e terrestri. A supporto dell’Allied Joint Force Command Brunssum e dell’Allied Joint Force Command Brunssum e dell’Allied Joint Force Command Naples, il NESH 22 è la fase di esecuzione di una lunga serie di attività note come Project Neptune, concettualizzata nel 2020. Come attività quotidiana, NESH 22 coinvolge la partecipazione di più nazioni. Le nazioni partecipanti sono: Albania, Bulgaria, Croazia, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti (…) Durante il NESH 22, si avrà il passaggio di consegne del comando e del controllo dell’USS Harry S. Truman Carrier Strike Group (CSG) e della Combined Task Force 61/2, che include l’USS Kearsarge Amphibious Ready Group (ARG) e il 22d Marine Expeditionary Unit (MEU) da SIXTHFLT a STRIKFORNATO e l’Alleanza più ampia.(…).

Questa esercitazione ha avuto inizio qualche settimana dopo l’operazione “Mare Aperto”, il 17 maggio e si concluderà martedì prossimo, 31 maggio. Non si conosce il programma completo delle manovre che si terranno immediatamente dopo, ma è prevedibile che continueranno senza soluzione di continuità: con i tempi che corrono è opportuno che così sia. Infatti bisogna essere pronti a tutto: i militari – italiani e amici-alleati – lo sono. I cittadini (italiani e no), c’è da chiedersi: sono pronti al peggio, a “quel peggio” che forse i militari già prevedono?

Nell’immagine, gli spazi nei quali hanno operato le Forze impegnate nell’esercitazione “Mare Aperto”.

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