Una nota dell’UGL Siracusa pone interrogativi al Governo sul futuro del polo petrolchimico di Augusta:
“Chiediamo chiarezza al governo centrale sul futuro dell’industria petrolchimica nazionale e sulle sorti del sito produttivo della provincia di Siracusa, dopo l’embargo deciso dall’Ue al petrolio russo via mare a partire dal primo gennaio 2023.” A dichiararlo congiuntamente il segretario nazionale Ugl Energia Michele Polizzi, il segretario confederale Ugl Sicilia Giuseppe Messina, il segretario territoriale della provincia di Siracusa Tonino Galioto ed il segretario provinciale della federazione Ugl Chimici Peppino Furci a margine dell’incontro da remoto con il Vice Ministro Alessandra Todde. “A seguito dell’accordo dei 27 – proseguono i sindacalisti – le ripercussioni sull’area industriale di Siracusa e sull’impianto di raffinazione dell’Isab di Priolo saranno devastanti sotto il profilo produttivo ed occupazionale se non si interviene con immediatezza per porvi rimedio. Non si capisce come mai il governo nazionale, dopo aver detto sì all’embargo – tuonano Polizzi, Messina, Galioto e Furci – non abbia subito dopo pensato alle conseguenze sul petrolchimico siciliano data l’interconnessione esistente tra le società multinazionali operanti nel sito ed i principali porti di Augusta e Siracusa. Lo scenario bellico ha mutato la prospettiva ed il dossier sulla richiesta dell’area di crisi industriale complessa va ormai rivisto – continuano – così come va chiarito che Isab è una società italo-svizzera e non russa ed è inspiegabile la stretta al credito da parte delle banche per timore di sanzioni verso Lukoil. Chiediamo con forza che il governo nazionale garantisca alle banche che le aziende del polo siracusano sono affidabili, solide ed in grado di onorare le obbligazioni assunte – precisano i sindacalisti – permettendo così ad Isab di accedere ad altre fonti di approvvigionamento del greggio, in alternativa a quello russo. Chiediamo un immediato tavolo di confronto – concludono – per l’avvio dei processi necessari ad una transizione energetica indolore e semmai di crescita per il territorio siracusano oltre alla definizione dell’istruttoria sul dossier relativo al riconoscimento dell’area di crisi industriale complessa.”
“Sosteniamo fortemente anche da Catania la posizione assunta dalla nostra sigla su quanto di grave sta accadendo ai danni del petrolchimico di Siracusa – dicono dalla Ugl etnea il segretario territoriale Giovanni Musumeci ed il segretario provinciale della federazione Ugl Chimici Carmelo Giuffrida. E’ una problematica molto delicata che, senza dubbio, coinvolge anche il tessuto occupazionale ed economico della nostra area metropolitana, poiché Isab impiega numerosi lavoratori catanesi ed intrattiene rapporti economici nell’ambito del nostro territorio. Auspichiamo che le richieste della Ugl vengano prese in considerazione con immediatezza per evitare che ci possano essere da qui a breve conseguenze drammatiche per l’intera Sicilia orientale.”