Taormina, proposta di restauro del Parco storico ornamentale

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Taormina: in vista del prossimo centenario del giardino pubblico Florence Trevelyan Trevelya in Cacciola che cadrà nell’anno corrente, considerato che il parco rappresenta un inestimabile opera d’arte e che allo stato attuale di tal monumento vi sono poche attendibili studi e nessun progetto di recupero, visto anche la favorevole congiuntura che vede nell’attuale amministrazione anche dei professori di rilievo, l’Associazione Serapide propone la realizzazione di uno studio storico e tecnico rivolto alla restaurazione integrale del giardino ornamentale.   

Il restauro del giardino paesaggistico all’inglese ideato da Mis Florence T.T.C. per come fù realizzato dall’autrice è da ritenersi impossibile in quanto dal momento che il giardino venne espropriato e gestito dall’amministrazione cittadina questo subì profonde e significative modifiche di cui in parte irreversibili.

Dal 1923 in poi il giardino viene stravolto integralmente, i perimetri del giardino subiscono delle consistenti riduzioni, nel 1925 viene privato di un importante e significativa area con la costituzione dei campi da tennis, successivamente viene ridimensionata l’area prospiciente l’ingresso lato via Roma sottraendo molto probabilmente la fonte d’acqua da cui si approvvigionava il giardino, vengono quindi aperte le due entrate laterali e ridisegnata quella principale. Il selciato dei viali in terra battuta e ghiaia  viene in gran parte pavimentato, le aiuole aperte vengono delimitate  da siepi con forme obbligate, il piazzale centrale sarà interessato da vari interventi, verrà aggiunto il monumento dei caduti che in una prima fase viene posto difronte alla torretta centrale e successivamente spostato sul fondo del piazzale, seguirà la posa del monumento ai marinai, il cannone della prima guerra mondiale e successivamente il “maiale”.

Le aiuole poste alla destra dell’entrata principale verranno molto probabilmente ridisegnate a causa del “tagli” dovuto alla costruzione dei campi da tennis.

Il sistema di irrigazione probabilmente era costituito da un sistema misto al tradizionale sistema a saie/canalette e tubi la cui fonte probabilmente si trovava nella parte più alta del giardino e cioè alla già citata area antistante all’attuale entrata lato via Roma.

Parte delle “Beehvis” vengono chiuse da reti al fine di realizzare delle voliere, tali strutture probabilmente erano destinate a creare un ambiente ideale alla fauna e soprattutto agli uccelli ma sicuramente non erano chiuse.

Dal punto di vista botanico il giardino originale si differenziava molto da quello attuale in quanto molte specie sono state introdotte successivamente. L’interferenza con l’impianto originale, l’introduzione di nuove specie poste in luoghi spesso non idonei e non attinenti al genere di giardino ornamentale in questione, soprattutto quelle introdotte nell’ultimo trentennio, stanno denaturalizzando ulteriormente l’impianto ornamentale.

In oltre le pessime condizioni fito-sanitarie complessive del giardino stanno decimando le numerose specie vegetali presenti. Talune specie come ad esempio i Pini sono a fine ciclo vitale pertanto andrebbero fatte azioni di ripristino con piantumazioni di nuovi esemplari in caso contrario presto l’aspetto attuale muterà ulteriormente.

Le strutture architettoniche e parte dei parapetti sono oramai fatiscenti e pericolanti, la pavimentazione a tratti sconnessa, tali situazione crea seri pericoli all’incolumità pubblica.    

Pertanto si ritiene che più verosimilmente si possa pensare di realizzare un restauro conservativo del Parco Florence T.T. per come fù modificato ed integrato agli inizi del secolo scorso trasformandolo appunto in un Parco urbano in stile ‘800 in cui si inseriscono molti elementi di valorizzazione ed ulteriore distinzione nei confronti dei giardini dell’epoca.

Per far ciò al fine di realizzare uno studio storico e tecnico serve costituire un tavolo tecnico multidisciplinare che comprenda storici, agronomi, forestali, botanici, ornitologi nonchè architetti , paesaggisti ed urbanisti, considerato in oltre le origini dell’autrice e lo stile proposto non si può escludere il coinvolgimento di specialisti ed istituzioni inglesi.

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