Si aggrava il tragico bilancio provvisorio: in Turchia e Siria supera 29mila morti per il sisma

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AGGIORNAMENTO ALLE 9.58 DEL 12 FEBBRAIO.

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Supera le 29 mila vittime il bilancio del terremoto in Turchia e Siria mentre svaniscono di ora in ora le speranze di trovare altri sopravvissuti tra le macerie. In Turchia le vittime sono salite a 24.617, ha riferito nelle prime ore di oggi l’agenzia di stampa statale Anadolu, citando il vicepresidente Fuat Oktay. Nel frattempo, l’autorità turca per i disastri Afad ha dichiarato che altre 80.278 persone sono rimaste ferite. Nella vicina Siria, si sa che almeno 3.574 persone sono morte e 5.276 ferite. La prima scossa è avvenuta lunedì mattina con magnitudo 7,7. Questa è stata seguita verso mezzogiorno da un’altra scossa di magnitudo 7,6. Tra lunedì e sabato l’area ha subito più di 2.000 scosse di assestamento, secondo Afad.

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Intanto, un neonato di 7 mesi è stato estratto dalle macerie nel sud-est della Turchia, secondo quanto riferito domenica dall’emittente statale Trt. I soccorritori sono riusciti a salvare il bambino da un edificio crollato nella provincia di Hatay dopo 140 ore. Si erano accorti del bambino quando lo avevano sentito piangere. Un uomo di 35 anni è stato salvato nella stessa provincia dopo essere rimasto intrappolato sotto le macerie per 149 ore, secondo l’emittente.

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L’INIZIO

La scossa più forte è stata di magnitudo 7.7 della scala Richter, alla quale ne sono seguite altre anche molto forti. L’ultima, di magnitudo 7.6, è stata registrata nella provincia di Kahramanmaras alle 13.24 ora locale di ieri lunedì (11.24 in Italia) ed è stata avvertita anche a Damasco, in Siria con epicentro nel distretto di Elbistan.

Il bilancio fornito dalle autorità turche parla di 4.890 morti. La Turchia ha ”ricevuto offerte di aiuto da 45 Paesi, oltre all’Unione europea e alla Nato”, ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che ha proclamato 7 giorni di lutto nazionaleAnkara ha chiesto formalmente aiuto agli alleati della Nato. Secondo quanto si legge nella richiesta, inviata da Ankara, la Turchia ha bisogno di staff ed equipaggiamento medico, di diverse unità di ricerca e soccorso e di “ospedali da campo”, particolarmente adatti “alle avverse condizioni del tempo”.

“Abbiamo bisogno di aiuto. La comunità internazionale deve fare qualcosa per aiutarci, per sostenerci. La Siria nordoccidentale è un’area disastrata. Ci serve l’aiuto di tutti per salvare la nostra gente”. A lanciare la richiesta è Ismail Al Abdullah, dei Caschi bianchi, l’organizzazione di difesa civile siriana che opera nelle aree della Siria sotto controllo dei ribelli. Da Sarmada, vicino al confine con la Turchia, Abdullah ha spiegato alla Bbc che “numerosi edifici in diverse città e villaggi della parte nordoccidentale del Paese sono crollati, sono andati distrutti dal sisma. Le nostre squadre hanno risposto a tutte le richieste, in tutti i posti e in tutti gli edifici e tuttora molte famiglie si trovano sotto le macerie. Stiamo cercando di salvarle ma per noi è un compito difficilissimo”.

Sono oltre 40 le scosse di assestamento registrate in Turchia nelle ore successive alla prima, ha riferito l’agenzia per la gestione dei disastri e delle emergenze del ministero degli Interni di Ankara. A causa della elevata magnitudo e della relativa vicinanza al mare, sia il Cat-Ingv che il Koeri hanno poi diramato un’allerta tsunami per il Mediterraneo, un’allerta di tipo Watch, ha sottolineato l’Ingv. Il sisma è stato avvertito anche in Libano, Grecia, Israele e Cipro.

Elbistan, epicentro della violenta scossa di terremoto, registrata alle 13.24 ora locale di ieri lunedì, si trova a circa 100 chilometri a nord di Gaziantep. Una fonte dell’agenzia per la gestione dei disastri e delle emergenze ha spiegato che “non si è trattato di una scossa di assestamento” e che è stata “indipendente” da quella di stamattina all’alba.

voli in due aeroporti della Turchia sono stati sospesi. L’aeroporto sud-orientale di Hatay è stato chiuso a causa dei danni causati dal sisma. Sono stati inoltre sospesi i voli civili da e per l’aeroporto di Gaziantep, nel sud del paese. Ferme anche le operazioni nel porto di Ceyhan, secondo la Tribeca Shipping Agency.

Gravemente danneggiato il porto di Iskenderun, nel sud della Turchia. Lo ha reso noto la direzione marittima, secondo cui sono crollate alcune parti della banchina. Altri porti in altre città nel sud non hanno subito danni, mentre si sono formate crepe in quasi tutte le piste degli aeroporti delle regioni colpite, ha reso noto il ministero della Difesa di Ankara. (AdnKronos)

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