Si terrà martedì prossimo, 28 marzo, a partire dalle 10, nello stabilimento della cooperativa agricola Valle del Dittaino ( Z.I Dittaino Assoro, Enna), la giornata dedicata alla panificazione del grano Monococco, nell’ambito del Progetto Co.S.Mo. (Cooperazione per lo sviluppo in Sicilia della filiera del grano Monococco”, misura 16.1 del PSR Sicilia 2014-2022 dal Gruppo Operativo “MONOCOCCO”).
Ad aprire i lavori, con un momento di dibattito dedicato alla presentazione dei dati intermedi del progetto, saranno Biagio Pecorino, presidente Cooperativa Agricola Valle del Dittaino; Stefania Masci, vicepresidente Consorzio di Ricerca “Gian Pietro Ballatore”; Antonino Drago, dirigente Area 3 – Assessorato Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea, Regione Siciliana; Bernardo Messina, Responsabile scientifico del progetto “Co.S.Mo” – Consorzio di Ricerca “Gian Pietro Ballatore”.
A partire dalle 11, cominceranno le prove di panificazione utilizzando sfarinati di grano Monococco della varietà Norberto, coltivata nei campi del progetto.
Alle 11.30 verranno presentate le attività del progetto da: Laura Gazza e Francesca Nocente del Centro di Ricerca Ingegneria e Trasformazioni Agroalimentari di Roma (CREA-IT); Stefano Grasso della Cooperativa Agricola Valle del Dittaino.
Concluderanno: Dario Cartabellotta, dirigente Generale Dipartimento Agricoltura – Assessorato Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea, Regione Siciliana e l’assessore dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea, Regione Siciliana, Luca Sammartino.
Seguirà la degustazione dei prodotti ottenuti.
A distanza di due anni dall’avvio delle attività, sono stati realizzati due cicli colturali del Monococco, che hanno previsto la coltivazione delle varietà Hammurabi e Norberto da parte delle aziende agricole partner di progetto (Rizzo e Sicali di Assoro, Calleri di Palazzolo Acreide, Frasson di Aidone, Puma di Salemi e la Cooperativa Agricola Valdibella di Camporeale), attuando i protocolli colturali messi a disposizione dagli enti di ricerca partner di progetto (il Consorzio di ricerca Gian Pietro Ballatore, capofila; il CREA- IT di Roma, Centro di Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari, ente di ricerca nazionale vigilato del Ministero dell’Agricoltura e la Società Produttori Sementi, azienda che si occupa di miglioramento genetico e moltiplicazione delle sementi).
Parte della paglia prodotta nei campi dimostrativi dell’azienda agricola Rizzo è stata imballata per poter valutare l’attitudine all’utilizzo per scopi energetici e per la produzione di bricchetti di monococco (paglia compressa), da destinare all’alimentazione di caldaie a biomassa, in un’ottica di economia circolare.
Il Monococco prodotto è stato molito dal partner Molini del Ponte di Castelvetrano, da anni impegnata nei processi di recupero e valorizzazione delle varietà di conservazione i cosiddetti “grani antichi”, e le diverse tipologie di sfarinati (integrali e convenzionali ottenuti con molitura sia a cilindri, sia a pietra) sono state utilizzate per le prove di pastificazione, presso il pastificio Eocene di Salemi (TP), e per le prove di panificazione in corso di realizzazione presso la Cooperativa Agricola Valle del Dittaino.
Il Monococco è stato il primo grano coltivato dall’uomo, oltre diecimila anni fa nella mezzaluna fertile, di cui anche in Sicilia sono stati ritrovati resti sia nei pressi della grotta dell’Uzzo nella Riserva Naturale dello Zingaro in provincia di Trapani che nel siracusano, e che oggi presenta delle caratteristiche che lo rendono più che mai adatto sia per una coltivazione sostenibile che per una trasformazione in prodotti altamente indicati per l’alimentazione di bambini, anziani e soggetti con problemi di digeribilità del glutine.
Il progetto mira alla organizzazione e sviluppo della filiera del grano Monococco in Sicilia. Per ottenere questo risultato verranno trasferite alle aziende agricole partner di progetto le conoscenze acquisite dagli enti di ricerca a livello regionale e nazionale.
La caratteristica principale del Monococco è quella di avere un elevato contenuto di proteine, dal 17% al 19% del peso secco della cariosside, anche in regime di coltivazione biologica, a fronte del quale l’indice di glutine è molto basso, quasi inesistente e dunque altamente digeribile. L’alimentazione a base di Monococco, quindi, è indicata anche per i soggetti che ritengono di avere problemi di digeribilità al glutine, cioè circa il 6% della popolazione, anche se non è indicato per i pazienti celiaci. Un’altra caratteristica è il suo contenuto in composti ad attività antiossidante, come i polifenoli, ma soprattutto i carotenoidi, cinque volte superiori rispetto al frumento (tenero o duro). Inoltre, la sua ricchezza di microelementi, ferro e zinco, fa sì che sia indicato per l’alimentazione del bambino o dell’anziano. La sua ricchezza in fibre, poi, come i FOS frutto-oligosaccaridi, potenti prebiotici, indirizzano la microflora intestinale verso batteri buoni, rendendoli antagonisti di quelli nocivi, in quanto quasi del doppio rispetto al frumento.
Per quanto riguarda gli aspetti ambientali e climatici, poi, la coltivazione del Monococco permette di ottenere effetti positivi anche livello ambientale, perché necessita di un minore apporto di input esterni (concimazioni) rispetto al grano duro, il cereale più diffuso a livello regionale.