Al Museo di Zoologia di Catania il climatologo maltese James Ciarlò illustrerà il progetto multidisciplinare Paleosim
Gli insetti (la maggior parte del gruppo degli artropodi) assumono un ruolo essenziale in ciascun ecosistema naturale e sono quindi ottimi indicatori della sua integrità, ovvero permettono di lanciare allarmi sui rischi di degrado dovuti a processi antropici, come ad esempio i recenti cambiamenti climatici su scala globale.
Attraverso il loro studio, ad esempio, e tramite una modellazione ecologica della loro presenza nelle isole circumsiciliane (gli arcipelaghi delle Eolie, Egadi, Pelagie, Ustica e Pantelleria nel mar Tirreno e nel canale di Sicilia) e anche nelle isole maltesi, è possibile ricostruire i processi naturali e antropici che hanno contribuito ai cambiamenti ecologici di tali piccoli territori, caratterizzanti il bacino del Mediterraneo centrale. È quanto si propone di fare il progetto multidisciplinare PALEOSIM (“PALEOclimate modeling of Small Islands in the Mediterranean and possible impacts on artropod habitats”) avviato dall’Institute of Earth Systems dell’Università di Malta.
Il progetto – che fa uso di parametri ambientali quali la temperatura, la pioggia o la velocità del vento per stabilire un ‘indice ecologico’, nell’ambito di un modello climatico regionale con una risoluzione spaziale di 3 chilometri, e descrivere l’habitat potenziale di alcuni insetti, gran parte dei quali del gruppo degli artropodi – sarà al centro della conversazione che il dottor James Ciarlò, climatologo dell’Università di Malta, terrà venerdì pomeriggio – 21 aprile – alle 17, nella saletta del Museo di Zoologia dell’Università di Catania.
L’incontro, intitolato “Modellazione ecologica degli insetti nelle isole circumsiciliane dall’ultima era glaciale ad oggi”, rientra nel ciclo di appuntamenti “Un tè al Museo di Zoologia” e sarà introdotto dal prof. Christian Mulder, ordinario di Ecologia all’Università di Catania, e dal prof. Giorgio Sabella, responsabile scientifico del Muzoo, che in questa occasione resterà aperto e visitabile dalle 9 del mattino fino alle 19,30.
Il ricercatore maltese ha conseguito il dottorato di ricerca nel 2017 al dipartimento di Geoscienze dell’Università di Malta, ha poi collaborato con l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica sperimentale, in partnership con il Centro internazionale di Fisica teorica a Trieste. A partire dal 2022 ha iniziato a lavorare al progetto PALEOSIM presso in seguito al conseguimento della Marie Sklodowska Curie Postdoctoral Fellowship Grant, focalizzando l’attenzione delle ricerche sull’Era glaciale, l’Olocene e gli ultimi mille anni, per confrontarsi con i cambiamenti climatici in corso e futuri.
Nella foto, James Ciarlò