Pensioni: con ministro del lavoro ancora un tavolo di ascolto, Cgil-Uil governo scopra carte

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di Alessandra Testorio – (Adnkronos)

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Si trascinano un po’ stancamente i tavoli di confronto al ministero del Lavoro tra l’Osservatorio per il monitoraggio e la valutazione dell’impatto della spesa previdenziale e le parti sociali sulle pensioni. Dopo il round su garanzia giovani, conclusosi a inizio mese con una ricognizione generale sul futuro previdenziale degli under 35 senza alcun focus sulle risorse con cui mettere mano alla riforma, oggi è toccato al tema, caldo, della flessibilità pensionistica che avrebbe dovuto almeno tratteggiare i possibili scenari alternativi a quota 103, l’uscita con 41 anni di contributi e 62 anni in scadenza il 31 dicembre prossimo. Ma anche in questo round la discussione è rimasta, per dirla con le parole di Domenico Proietti segretario confederale Uil, “puramente accademica”.

Nessuna indicazione sul post Fornero, dunque. Ad essere state esposte dall’Osservatorio solo generali linee guida con cui valutare le eventuali ipotesi di intervento: la sostenibilità finanziaria e sociale della futura soluzione relativa al pensionamento degli italiani; la certezza e la stabilità delle regole che ne dovranno disciplinare l’attuazione. Riflessioni anche sul rapporto tra accordi aziendali e pensioni anticipate e sul fatto che le uscite anticipate si intersechino spesso con la naspi e gli ammortizzatori sociali.

A pesare sul confronto comunque il fatto che non si tratti di tavoli politici a cui dunque non partecipa il ministro del lavoro, Marina Calderone. L’Osservatorio, d’altra parte, riferiscono alcuni partecipanti all’incontro, non si sarebbe ancora interfacciato con il ministro e la relazione di medio termine sui temi toccati nei vari round precedenti, arriverà solo tra un po’. Per il 5 agosto è già in agenda un nuovo round tecnico con le parti sociali al quale l’Osservatorio dovrebbe presentare una breve introduzione che consentirebbe di avere un quadro più chiaro, se non altro, come spiegano i sindacati presenti, rispetto al contesto dei temi discussi, giovani, donne e flessibilità.

Fortemente delusi dunque Cgil e Uil. “Di nuovo una discussione puramente accademica e senza alcun costrutto. È arrivato il momento che il Governo scopra le carte e dica, come ripetutamente affermato in campagna elettorale, se vuole introdurre una flessibilità di accesso alla pensione più diffusa. Il governo è sia stato silente anche oggi. Nel corso dell’incontro ci hanno chiesto per l’ennesima volta di illustrare le proposte unitarie sulla flessibilità pensionistica, cosa che per educazione abbiamo fatto”, si lamenta il segretario confederale Uil, Domenico Proietti.

Anche la Cgil, calendario alla mano, critica il round di oggi . “Dopo sette mesi di incontri, prima con la Ministra Calderone, poi con l’Osservatorio tecnico da lei istituito, non siamo ancora in grado di dire ai lavoratori quando e come potranno aver accesso alla pensione”, denuncia la segretaria confederale della Cgil, Lara Ghiglione ricordando come “in assenza di risposte la previdenza resterà una delle tante ragioni della nostra mobilitazione che ci riporterà in piazza in autunno”. Evidentemente, conclude, “il Governo ha capito di non poter rispettare gli impegni che il centrodestra ha assunto durante la campagna elettorale, quando prometteva alle elettrici e agli elettori di farli accedere alla pensione con i 41 anni di servizio o il superamento della legge Fornero”.

Non si sbilancia in una valutazione sull’esito del tavolo invece la Cisl che al termine delle quasi tre ore di confronto ha voluto ribadire piuttosto come servirebbe dare “al sistema pensionistico regole stabili e durature nel tempo” riavvolgendo il nastro delle posizioni in tema di flessibilità della confederazione di via Po: ” è necessario consentire l’accesso alla pensione dai 62 anni di età ma anche, senza alcun riferimento all’età, in presenza di 41 anni di contributi. Inoltre, bisogna eliminare le soglie economiche che restringono le possibilità di accesso alla pensione per chi rientra nel calcolo interamente contributivo della pensione”.

E in attesa “del confronto politico vero e proprio di settembre” è l’Ugl a ribadire le loro richieste: vale a dire Quota 41 e Quota 100 libera, (senza incrociare contribuzione ed età) per superare la Fornero, “ma anche l’introduzione di strumenti per una maggiore flessibilità in uscita che tengano conto delle condizioni personali”, come spiegato al tavolo dal dirigente Ugl, Fiovo Bitti.

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