Alla ricerca della favola: scopriamo Isola Bella

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L’isola di Santo Stefano, oggi Isola Bella, fu ceduta al monastero di San Salvatore della Placa nel lontano 1092, come da atto scritto tradotto dal greco in latino nel 1412 nella cosiddetta carta di Ruggero.

I monaci basiliani, vale a dire di rito greco bizantino a Taormina possedevano anche la chiesetta di San Andrea risalente al 1700 che sorge sul promontorio omonimo, ad essi furono concessi  dei diritti di coltivazione e di pesca in quella che oggi rappresenta la frazione dell’Isola Bella .

 Nella “Sicilia in Prospettiva” del 1709, G.A. Massa  scrive che sull’Isola esisteva una Chiesetta dedicata a S. Stefano Protomartire e vi era anche una fonte da dove sgorgava acqua dolcissima. Sulla fonte d’acqua nulla di strano che sull’isola si crei l’effetto Oasi e quindi viste l’elevato escursioni termiche si abbia una condensazione d’acqua che se captata “produce” acqua, nelle nostre ricerca si ritiene di aver individuato tale fonte.

L’isolotto era motivato dal mantenimento di imbarcazioni per il trasporto di merci e per i collegamenti via mare con il monastero del Sant.mo Salvatore di Messina.

L’approdo era realizzato nella lingua di sabbia dell’isolotto dove fu eretto un muro di sbarramento, in parte ancora esistente, contro i flussi del mare .

Nel 1806 l’isola fu donato da  Ferdinando I di Borbone al sindaco della città di Taormina, Pancrazio Ciprioti .

Nel 1890 fu acquistata da Miss Florence Trevelyan in Cacciola che ne fece meta delle sue lunghe passeggiate e fece realizzare  in cima , la dove forse sorgevano i ruderi della chiesetta basiliana, un rifugio. Nel contempo fece piantare diverse essenze arboree tipiche del’ ambiente mediterraneo. Si narra che il nome, “Isola Bella”, fu coniato da W. Von Gloden amico della Lady.

Alla morte di Miss Florence, nel 1907, il bene passò al marito Cacciola e quindi al nipote Acrosso che lo vendette ai Lo Turco, che nel 1938, vendette ai Bosurgi i quali completarono l’opera iniziata dalla Florence modificandone radicalmente la corografia, furono introdotte varie specie vegetali di cui molte di origine tropicale ,realizzati i fabbricati, la piscina ed il ricovero delle barche.

I materiali per le  costruzione provenivano in gran parte dal luogo di origine e dal mare, la piccola baia che si riscontra oggi è in parte artificiale poiché furono usate parte delle pietre e rocce affioranti per realizzare le opere edili.

Nel 1932 si eleva la contrada Mazzarò-Pagliara, oggi frazioni, a sub borgo della città di Taormina con le motivazioni del notevole incremento turistico affermatesi per il periodo invernale, sarà solo negli anni ’60 che verrà definita frazione Isolabella.

Fin dai primi del ‘900 grazie a Miss Mabel Frances Hill,  che aprì il primo stabilimento balneare a Taormina la dove oggi sorge un ben noto lido,  l’area si arricchì di impianti ricettivi rivolti al turismo di élite.

Nel 1992 viene acquisita dalla Regione Siciliana sotto il demanio del assessorato dei Beni Culturali gestito dalla Soprintendenza di Messina.

Nel 1998 viene istituita la Riserva Naturale al fine di tutelare la flora e la fauna della baia protette da norme europee. Del 2010 l’intera riserva viene gestita dal Parco archeologico di Giardini Naxos.

Daniel Carnabuci presidente della associazione Serapide

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