“Lo diciamo da anni, lo abbiamo rimarcato nel corso dei tavoli di confronto con il governo: il futuro pensionistico dei giovani è strettamente legato al lavoro. Serve più lavoro di qualità ed una riforma complessiva del sistema previdenziale che dia dignità a chi ha lavorato una vita e renda meno fosco il futuro delle nuove generazioni”. Così il segretario generale della Cisal, Francesco Cavallaro, commenta la ricerca ’Situazione contributiva e futuro pensionistico dei giovani’, realizzata dal Consiglio nazionale dei giovani assieme a Eures.
“Il quadro normativo attuale – spiega – in tale prospettiva, si mostra inadeguato e ingiustamente punitivo: la tenuta del sistema infatti implica un blocco del ricambio generazionale: secondo le ultime proiezioni, infatti, coloro che si affacciano oggi sul mondo del lavoro potrebbero andare in pensione a 74 anni, oltretutto con assegni bassissimi”.
“Contratti a termine e discontinuità lavorativa – commenta – associata a retribuzioni basse e mancanza di garanzie sociali, non aiutano. E con salari bassi e discontinui le pensioni future, se non si interviene, saranno letteralmente da fame”. (Adnkronos)