All’Ex Florio delle Tonnare di Favignana e Formica, Calò, Degiorgis, Di Noto e Vannicola

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Dopo essere state presentate in anteprima all’ultima edizione di Gibellina Photoroad/ open air &site-specific festival, approdano all’Ex Stabilimento Florio delle Tonnare di Favignana e Formica, le nuove produzioni fotografiche di Alessandra Calò, Nicolò Degiorgis, Giorgio Di Noto e Valentina Vannicola. Gli artisti sono statiselezionati per il progetto Imaginarium dedicato alle “nuove produzioni e sperimentazioni nella fotografia italiana”, a cura di Arianna Catania.

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Le opere sarannopresentate con una mostra che inaugura venerdì 6 ottobre nei suggestivi spazi dell’Ex Tonnara di Favignana, oggi uno polo museale tra i più estesi e prestigiosi del Meridione d’Italia, ed entreranno a far parte della collezione fotografica permanente dell’Ex Stabilimento Florio. 

Imaginarium – promosso dall’Associazione culturale On Image in partnership con Comune di Favignana, Comune di Gibellina, Fondazione Orestiadi, MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo (Roma), festival Planches Contact (Francia), Format Festival (Regno Unito), Visual Impact, Miarté, è uno dei progetti vincitori dell’avviso pubblico “Strategia Fotografia 2022”, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura a sostegno dell’arte emergente e delle nuove produzioni artistiche. Il progetto ha coinvolto i quattro artisti italiani- Alessandra Calò, Nicolò Degiorgis, Giorgio Di Noto e Valentina Vannicola- in residenze artistiche sull’Isola di Favignana (Trapani), finalizzate alla produzione di nuove opere inedite.


IMAGINARIUM: nuove produzioni e sperimentazioni nella fotografia italiana contemporanea” è la prima tappa di un percorso che vuole svilupparsi sul lungo termine. Grazie a “Strategia Fotografia 2022” promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del MIC, abbiamo dato l’opportunità a quattro artisti/fotografi contemporanei italiani di creare nuovi progetti. L’obiettivo è creare una rete tra eccellenze a livello internazionale e particolar modo in Sicilia, mettendo al centro la fotografia contemporanea. Abbiamo messo in dialogo due realtà della stessa provincia di Trapani, Gibellina che presenta un festival internazionale di alto livello e che ha l’arte nel suo DNA, e Favignana che vuole puntare proprio sulla fotografia per creare nuove occasioni culturali di qualità, in un territorio al centro dei circuiti turistici” afferma Arianna Catania, Curatrice e ideatrice del progetto.

Alessandra Calò (Taranto, 1977) è una fotografa italiana che reinterpreta materiali d’archivio e ritratti di famiglia, rinnovando i linguaggi della fotografia; Nicolò Degiorgis (Bolzano, 1985) è un artista visivo, editore, e fotografo legato alla tradizione documentaria; le fotografie di Valentina Vannicola (Roma, 1982) possono essere invece incluse nel campo della “fotografia messa in scena” (o staged photography), quell’area della fotografia contemporanea che si presenta come scene reali create secondo le dinamiche della cinematografia, con progetti che si concentrano sulla trasposizione da un’opera letteraria a una fotografia. Giorgio Di Noto (Roma, 1990) conduce sin dal 2011 una ricerca sui materiali e i linguaggi della fotografia, studiando il rapporto tra il processo tecnico e il contenuto delle immagini.

LE NUOVE PRODUZIONI

ALESSANDRA CALO’ 

χθόνιος 

Questa storia è il risultato di ore di cammino, osservazione e ascolto di tutti gli elementi vivi che compongono l’isola di Favignana: la terra, la pietra, la gente. In questo preciso ordine l’artista ha cercato di costruire (o forse ricomporre) una serie di avvenimenti che hanno caratterizzato e reso unico questo luogo. Calò è partita dalla terra, che i pirriaturi scavavano per portare alla luce la pietra – la calcarenite – ed è arrivata alla terra, che oggi è custodita nelle cavità che danno luogo ai giardini ipogei. In questo luogo, passato e presente reale si mescolano con fatti, leggende, possibili verità e mitologie lontane.

Il progetto si arricchisce del contributo letterario di Marilena Renda: la fotografia e la parola traducono e rafforzano il significato della cavità, inteso come spazio generativo

NICOLÒ DEGIORGIS

ALIBABA E IL RIFIUTO DELL’ORO

Nel centro di Favignana sulle mura di cinta erette attorno al castello trasformato in carcere, un grande graffito accoglie i visitatori: “Vi prego tener l’isola pulita”. Prendendo a cuore questo messaggio urlato silenziosamente ho voluto riflettere sul senso di una residenza d’artista, sul valore della documentazione e sulle ripercussioni di un artista, prima dell’uomo, sull’equilibrio di un ecosistema. Così nasce Il rifiuto dell’oro, un’azione caratterizzata dall’atto della raccolta dei rifiuti depositati sulle coste d’Europa, con particolare attenzione al colore blu. Assieme a Il rifiuto dell’oro in mostra è presentato Alibaba, un libro che raccoglie un’infinità di piccole immagini di gommoni colorati. Provengono dal sito di alibaba.com, dove i gommoni erano acquistabili prima che un acceso dibattito sulle testate europee portasse allo loro rimozione. I gommoni venivano pubblicizzati come appositamente concepiti per il trasporto di profughi.

GIORGIO DI NOTO

STRATIFICAZIONI

Favignana è costituita per la gran parte di roccia calcarea, un tipo di calcarenite bianca che è stata scavata ed estratta per anni nelle numerose cave realizzate dall’uomo sotto terra e a cielo aperto. Grotte sotterranee, labirinti e falesie disegnano oggi un paesaggio aggressivo e spettacolare, alterato dall’erosione e dagli interventi antropici. Elementi naturali ed artificiali hanno così trasformato quest’isola in un luogo a tratti cupo, come quello di un campo dopo una battaglia.

Ho cercato di rappresentare questa atmosfera lavorando sul concetto di alterazione e stratificazione, sperimentando il modo in cui la materia e gli naturali che caratterizzano Favignana potessero interferire ed entrare in relazione con le fotografie. Così come la sua morfologia è stata alterata dal vento, dal mare e dall’estrazione della roccia, ho lasciato che questi stessi elementi alterassero i negativi che ho scattato durante i giorni di residenza. Il calcare, la roccia, la sabbia e il sale dell’acqua marina sono così entrati a contatto con l’emulsione fotografica lasciando, ogni volta in modo diverso, una traccia che crea un nuovo paesaggio.

VALENTINA VANNICOLA

TERRA CAVA

Il lavoro prende spunto da una riflessione dell’antropologo e paleontologo André Leroi-Gourhan sui modi di rappresentazione mitografici individuati nelle manifestazioni grafiche del paleolitico, dove per mitogramma s’intende un’immagine in cui più elementi sono disposti in uno spazio “irraggiante”, in cui le figure sono le protagoniste di un’operazione mitologica. Un esempio di questa manifestazione grafico-linguistica è presente nelle Isole Egadi, precisamente nella grotta di Cala dei Genovesi che ospita un complesso di figure parietali preistoriche di fondamentale importanza.

Tale suggestione si inserisce nell’osservazione del paesaggio delle Egadi, e in particolare di Favignana, caratterizzato da una forte

struttura ipogea dove si susseguono grotte, sprofondamenti, cave ed erosioni; ed è proprio qui tra il buio e la luce, il pieno e il vuoto che avviene la messa in scena per immagini di Valentina Vannicola, dove i personaggi evocano, attraverso una nuova reinterpretazione iconografica, i caratteri simbolici delle antiche pitture rupestri.

In un mitogramma contemporaneo, le figure spariscono o affiorano dal paesaggio, si fondono con esso e in esso performano l’atto magico di cattura e irradiazione della luce, elemento abbacinante di un’isola ricca di ombre perturbanti.

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