“Arabicaffè” e Catania ritorna ad essere la “Milano del Sud”

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Sono gli anni dell’inizio del boom economico e dello sviluppo, soprattutto industriale. Sono gli anni in cui Catania ritorna ad essere la “Milano del Sud”. Sono gli anni in cui tre amici, il Dott. Francesco Bonaccorsi, il Dott. Vincenzo Musumeci ed il Sig. Santo Longo, esattamente nel 1953, decidono di aprire una piccola bottega di torrefazione in Piazza Carlo Alberto per produrre e commercializzare caffè di eccellenza distribuendolo tramite i “viaggiatori”, caricando chili di caffè sui furgoncini in viaggio per la Sicilia. Ebbe così iniziò, la lunga storia ed avventura di Arabicaffè, che deve il suo nome al rimando ai Paesi da cui storicamente nasceva la cultura del caffè. Si racconta che in Inghilterra, infatti, i sudditi della Regina scambiavano l’Arabicaffè per una torrefazione orientale e non italiana.

Per quel mercato venne pensato, allora, un nuovo pack ed un nuovo nome dedicato al compositore catanese, il caffè Belliniano e contemporaneamente venne apportato un restyling del logo. Eppure, ancora oggi, la storica insegna dai tratti arabeggianti che campeggia sul capannone costruito nel ’55 (prima struttura industriale di torrefazione caffè in Sicilia), è impressa nel cuore e nella memoria di tutti i catanesi. Storico fu anche l’omonimo Bar Arabicaffè, che nel 1963 divenne a marchio e rimase per decenni il punto di riferimento di ogni concittadino, abituato a prendere un Caffè o una fetta di torta arabica, prodotta ovviamente con una buona dose di Arabicaffè. Seguirono poi gli anni dei primi viaggi all’estero, della produzione del liquore Pannanera e delle golose Giuggiole e poi ancora le nuove linee di prodotto anche per le aziende terze, dedicando una parte della produzione alle private label in Europa, in America e nei Paesi Arabi.

“Negli anni ’90 nacque la Arabicaffè Netherland”, racconta Alfio Conti General Manager e socio, “ovvero la prima azienda che venne da noi autorizzata a vendere, in esclusiva, il nostro caffè in un paese diverso sia per area geografica che per abitudini e cultura. Fu quella la prima volta in cui il nostro prodotto lasciò la casa madre per farsi strada in altri mercati e da quel momento non tornammo più indietro conquistando prima il Benelux e poi altri territori europei, spingendoci poi ben oltre i confini comunitari”.

Sono “70 anni di sogni espressi”, come racconta il payoff scelto per celebrare questo importante anniversario, che affondano le radici in una Catania post bellica per poi spiccare il volo in una realtà socio-economica globalizzata, con l’affermazione e l’espansione dell’export in tutto il mondo, la rivoluzione dell’asset organizzativo, l’innovazione legata alla produzione delle prime linee di caffè biologico ad inizio del II millennio, quando divenne una azienda pioniera nel settore del 100% Bio.

Un progetto aziendale che abbraccia la continuità data dalla guida, oggi, dei figli e nipoti dei soci fondatori che hanno mantenuto intatti i valori dei loro predecessori, pur rivoluzionando visioni e strategie commerciali e di marketing.

70 anni da celebrare come un altro, ennesimo, eccezionale traguardo da collezionare insieme ad altre entusiasmanti tappe da raggiungere verso il centenario, ed oltre.

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