Guerra Israele-Hamas, Tajani: “No rischi imminenti di attentati in Italia”

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Tajani e i cortei pro-palestinesi

“Non ci sono rischi imminenti” di attentati in Italia in relazione alla guerra Israele-Hamas “ma nulla va sottovalutato”. “Siamo pronti a fronteggiare” eventuali minacce, “non bisogna drammatizzare anche se le cose possono cambiare”. Così a Rtl il ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

“Ogni Paese fa le sue scelte. Penso che vietare le manifestazioni non violente in un Paese democratico non sia la cosa giusta finché non c’è un allarme che queste possano degenerare in violenza. Se dovessero diventare un problema per la sicurezza allora è un’altra cosa”, ha detto ancora Tajani, rispondendo alla domanda se anche il governo italiano, come quello francese, valuti di vietare i cortei pro-palestinesi.

Israele, fonti Viminale: oltre 28.000 gli obiettivi sensibili in Italia

Quelli israeliani sono 205. Piantedosi: “Ci aspettano mesi difficili, opportuno mantenere alta l’attenzione”.

Sono oltre 28mila gli obiettivi sensibili in Italia di cui 205 quelli israeliani, in prevalenza diplomatici e religiosi. La ricognizione è stata effettuata nel corso del comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, secondo quanto si apprende da fonti del Viminale.

Nel corso della riunione, a cui hanno partecipato i vertici delle forze di polizia e dell’intelligence, alla luce del grave episodio in Francia, sono state acquisite notizie aggiornate ed è stata eseguita un’analisi degli obiettivi sensibili.

Mantovano: “Sempre più complicato prevenire”

“Oggi la dimensione dell’attacco è, ancora più che nel passato, più complicata da prevenire perché la minaccia può venire da singoli che non frequentano moschee ma si indottrinano online e poi decidono di passare all’azione”, ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, a proposito delle minacce del terrorismo jihaista nel corso di un’intervista con Claudio Cerasa alla festa del “Foglio” a Firenze.

In Italia “tutto questo viene monitorato – ha spiegato Mantovano – Ci sono articolazioni del sistema sicurezza che seguono l’apologia online del terrorismo; però tutti noi comprendiamo che si tratta di un lavoro difficile perché non si affronta un fiume in piena ma mille rivoli d’acqua e qualcuno può anche sfuggire. E’ un lavoro complesso che oggi vede ancora più concentrate le forze di polizia e l’intelligence su questo obiettivo”.

Piantedosi: “Ci aspettano mesi difficili, opportuno mantenere alta l’attenzione”

C’è un rischio concreto di terrorismo interno per l’Italia? “Io mi sono fin dall’inizio di lanciare messaggi rassicuranti, nel senso che evidenze concrete immediate non ce ne sono ma ce n’è quanto basta per mantenere altissimo il livello dell’attenzione anche facendo tesoro della storia su questo tema e in relazione al conflitto israelo-palestinese. Sicuramente ci aspettano mesi difficili e complicati per i quali è opportuno mantenere alta l’attenzione”. Così il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi alla Festa del Foglio dopo una riunione straordinaria del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica alla prefettura di Firenze.

In merito alla riunione Cosp di Firenze, Piantedosi ha specificato “il messaggio che va dato sulla frequenza dell’organizzazione di questi incontri non deve essere di preoccupazione ma di rassicurazione della cittadinanza. Di fronte all’emergere di questa crisi internazionale, e alla luce degli ultimissimi episodi, abbiamo l’obbligo di mantenere aggiornato il raccordo informativo che deve intercorrere tra le forze di polizia e le agenzie di intelligence”.

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