La Corte internazionale di giustizia terrà udienze pubbliche sulla richiesta del Sudafrica nella causa contro lo Stato Ebraico. Per l’Onu “la distruzione di case è una prova”, gli Usa parlano invece di “accuse infondate”
Si apre a L’Aja il procedimento per le accuse di genocidio a Gaza mosse contro Israele. Oggi e domani, la Corte internazionale di giustizia terrà infatti udienze pubbliche sulla richiesta del Sudafrica nella causa contro lo Stato Ebraico. Le udienze, ha spiegato una nota della Corte nei giorni scorsi, “saranno dedicate alla richiesta di indicazione di misure provvisorie contenuta nella richiesta del Sudafrica”.
In particolare, Pretoria ha chiesto alla Corte di indicare misure provvisorie per “proteggere da ulteriori, gravi e irreparabili danni ai diritti del popolo palestinese ai sensi della Convenzione sul genocidio” e per “garantire il rispetto da parte di Israele dei suoi obblighi ai sensi della Convenzione sul genocidio di non commettere genocidio e di prevenire e punire il genocidio”.
Israele comparirà quindi davanti alla Corte internazionale di giustizia in un caso che potrebbe determinare il corso della guerra a Gaza. Come ricorda la Cnn, si tratta di un episodio senza precedenti: è infatti la prima volta che lo Stato Ebraico, spiegano gli esperti, viene processato ai sensi della Convenzione sul genocidio delle Nazioni Unite, redatta dopo la Seconda guerra mondiale alla luce delle atrocità commesse contro il popolo ebraico durante l’Olocausto.
Israele, e il primo ministro Benjamin Netanyahu che l’ha definita “falsa”, respinge intanto fermamente l’accusa mossa dal governo sudafricano. Il presidente israeliano Isaac Herzog ha detto martedì che il suo Paese presenterà un caso di “autodifesa” per dimostrare che sta facendo “il massimo” in “circostanze estremamente complicate” per evitare vittime civili a Gaza.
L’ex giudice della Corte suprema Aharon Barak, 87 anni, sarà il giudice scelto da Israele nel collegio di 15 magistrati della Corte internazionale dell’Aja che si occuperà delle accuse. Entrambi i paesi, l’accusatore e l’accusato, hanno il diritto di scegliere uno dei giudici.
Barak, sopravvissuto all’Olocausto, è stato procuratore generale e giudice della Corte suprema israeliana. Oggi in pensione, è un magistrato internazionalmente stimato non certo vicino al premier israeliano Benyamin Netanyahu, nota Times of Israel. A difendere Israele davanti alla Corte dell’Aja sarà il professor Malcolm Shaw, esperto di diritto internazionale.
Onu: “Distruzione case prova di genocidio”
La distruzione delle case a Gaza sono prova di genocidio. Lo ha affermato Balakrishnan Rajagopal, relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto all’alloggio, aggiungendo che circa il 56% delle case a Gaza sono state distrutte o danneggiate.
“La zona settentrionale di Gaza è quella più colpita, con una percentuale pari all’82% di case distrutte o danneggiate – ha detto ancora -. La Corte Internazionale di Giustizia dovrebbe considerare questo come una prova di genocidio in aggiunta alle dichiarazioni pubbliche documentate del Sud Africa”.
Usa: “Accuse infondate”
Gli Stati Uniti non vedono invece “alcun atto che costituisca un genocidio” a Gaza. In un briefing con i giornalisti, il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller ha detto: “Queste sono accuse che non dovrebbero essere fatte alla leggera … non stiamo vedendo alcun atto che costituisca un genocidio … Questa è la determinazione da parte del dipartimento di Stato”.
“Riteniamo che la presentazione contro Israele presso la Corte Internazionale di Giustizia finisca solo per distrarre il mondo”, le parole del segretario di Stato americano Antony Blinken ieri in conferenza stampa a Tel Aviv, affermando che le accuse di genocidio presentate dal Sudafrica siano “infondate”.
“Ciò è particolarmente fastidioso dato che quanti attaccano Israele, Hamas, Hezbollah, gli Houti, così come il loro sponsor, l’Iran, continuano apertamente ad auspicare la cancellazione d’Israele e l’omicidio di massa degli ebrei”, ha detto Blinken. ADNKRONOS