Israele, Netanyahu dice no a soluzione due Stati. Borrell: “Inaccettabile”

Condividi questo articolo?

Il primo ministro israeliano: “Non scenderò a compromessi”. L’Alto Rappresentante dell’Ue: “Così non distruggono Hamas, seminano odio per generazioni”. Terminato blackout più lungo a Gaza, ripristinate comunicazioni

Pubblicità

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto no alla soluzione dei due Stati, un rifiuto definito “inaccettabile” dall’Alto Rappresentante dell’Ue Josep Borrell. Israele ha inoltre respinto completamente le richieste di Hamas di ‘resa’ in cambio del rilascio degli ostaggi rapiti lo scorso 7 ottobre. Intanto a Gaza, secondo le ultime news di oggi, 22 gennaio 2024, è terminato il blackout più lungo dall’inizio della guerra e sono state ripristinate le comunicazioni. Continua invece la protesta delle famiglie degli ostaggi davanti alla residenza di Netanyahu, mentre per Hamas “il tempo sta per scadere”.

Netanyahu

“Gaza deve essere smilitarizzata” ed “essere posta sotto il pieno controllo della sicurezza israeliana”, la posizione di Netanyahu il quale ha ribadito in un videomessaggio la sua determinazione a non permettere l’emergere di uno Stato palestinese a tutti gli effetti e militarizzato: “Non scenderò a compromessi sul pieno controllo della sicurezza israeliana sull’intero territorio a ovest del fiume Giordano”. “Finché sarò primo ministro, continuerò a sostenere fermamente questo”, ha sottolineato aggiungendo: “Ho mantenuto fermamente questa posizione di fronte alle enormi pressioni internazionali e nazionali”. “Apprezzo molto il sostegno degli Stati Uniti a Israele, e l’ho espresso anche al presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Tuttavia, rimango fermo sui nostri interessi vitali. Dobbiamo ottenere la vittoria totale“.

“Finora abbiamo riportato a casa 110 ostaggi e siamo impegnati a riportarli tutti indietro”, ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, secondo ‘The Times of Israel’, aggiungendo: “Ci sto lavorando tutti i giorni. Ma sia chiaro: rifiuto categoricamente i termini della resa dei mostri di Hamas”. Il primo ministro ha spiegato che in cambio del rilascio degli ostaggi, “Hamas chiede la fine della guerra, l’uscita delle nostre forze da Gaza, il rilascio di tutti gli assassini e gli stupratori delle forze Nukhba. Se accettiamo questo, i nostri soldati sono caduti invano”. Se siamo d’accordo con questo, ha detto ancora, “non possiamo garantire la sicurezza dei nostri cittadini. Non possiamo riportare a casa gli sfollati sani e salvi, e un altro 7 ottobre sarà solo questione di tempo. Non sono in grado di accettare un colpo così fatale alla sicurezza israeliana, e quindi non posso accettarlo”. Il primo ministro ha anche affermato di aver chiarito la posizione di Israele su questo tema al presidente degli Stati Uniti Biden quando hanno parlato durante il fine settimana.

Borrell

Anche se gli israeliani “sono in disaccordo” con l’Ue su come risolvere la crisi iniziata con gli attacchi del 7 ottobre, “devono venire qui e discutere. Quale altra soluzione hanno, costringere a partire tutti i palestinesi” che vivono nella Striscia? “Ci sono già 25mila morti, il 70% dei quali donne e bambini. Se vogliono distruggere Hamas”, di certo non è questo “il modo”, perché “stanno seminando odio per generazioni“, ha detto l’Alto Rappresentante dell’Ue Josep Borrell, a Bruxelles a margine del Consiglio Affari Esteri, cui partecipano anche, in momenti diversi, i ministri degli Esteri di Israele, Egitto, Giordania, Arabia Saudita e Autorità Palestinese, oltre al segretario generale della Lega Araba. “Abbiamo bene in mente che cosa ha fatto Hamas, e di certo lo condanniamo e respingiamo. Ma pace e stabilità non possono essere ottenute solo con mezzi militari”, ha sottolineato ribadendo la condanna da parte delle Nazioni Unite del rifiuto “inaccettabile” di Netanyahu alle richieste di uno Stato palestinese dopo la guerra a Gaza.

Uccisi membri cellula Hamas nel centro di Gaza

Riservisti della Brigata israeliana Yiftah hanno ucciso la notte scorsa i membri di una cellula di Hamas che si stavano avvicinando ai militari in un’area situata nella parte centrale della Striscia di Gaza. A riferirne sono questa mattina le Forze di difesa israeliane citate dal Times of Israel. Successivamente, ha poi reso noto l’Idf, le truppe hanno avvistato altri miliziani che tentavano di tendere loro un’imboscata nella stessa zona. I soldati hanno disposto un raid aereo, con il quale i miliziani sono stati uccisi.

La protesta delle famiglie degli ostaggi

Una folla tra familiari degli ostaggi e manifestanti si è radunata davanti alla residenza privata del primo ministro israeliano Netanyahu a Gerusalemme chiedendo un accordo immediato per la liberazione degli ostaggi rapiti a seguito dell’attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre ad Israele. “Resteremo qui fino a quando il primo ministro non accetterà un accordo per restituire gli ostaggi”, ha detto un portavoce di Hostages and Missing Families. Orrin Gantz, la madre del 28enne Eden Zacharia, rapito e ucciso durante la prigionia di Hamas, ha parlato alla folla e ha esortato il primo ministro e il gabinetto di guerra a “rinunciare all’ego”.

Tramesso nuovo video su rapimento ostaggio il 7 ottobre

Nuove immagini video sull’attacco terroristico del 7 ottobre sono state trasmesse dall’emittente israeliana Channel 13: nel filmato si assiste al momento in cui i miliziani di Hamas sequestrano Yotam Haim, rapito dalla sua casa di Kfar Aza la mattina dell’attacco. Nelle immagini – si legge sul Times of Israel – si vede Haim – a torso nudo – mentre viene trascinato da quattro terroristi attraverso i campi del kibbutz e quindi costretto a salire su un veicolo nero. Yotam Haim ed altri due ostaggi israeliani, Alon Shamriz e Samar Talalka sono stati uccisi a colpi d’arma da fuoco dalle truppe dell’Idf che li hanno erroneamente identificati come una minaccia, il 15 dicembre, nel quartiere Shejaiya di Gaza City.  ADNKRONOS

Nella foto, Joseph Borrell

Potrebbe interessarti

Leave a Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.