Ospedale Castellammare ‘polizia è come regalo dalla Befana’

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“Ci sono stati in un anno quattro o cinque aggressioni violente, ci sono insulti quotidiani, aggressioni verbali”

“La presenza delle forze dell’ordine nei pronto soccorso è certamente tardiva, soprattutto in quelle di ampie dimensioni e in sedi particolari, ma è ben accettata come la Befana, un regalo posticipato, sperando che non ci si fermi qui”. Pietro De Cicco è il primario dell’unità operativa complessa di medicina d’urgenza e pronto soccorso dell’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia, provincia di Napoli, 1100 dipendenti, 170 accessi quotidiani al pronto soccorso, 60 mila in un anno. Al pronto soccorso del San Leonardo c’è stata l’aggressione fisica ai danni dell’infermiera da parte di un 39enne. Per questa struttura il prefetto di Napoli, Michele Di Bari, ha istituito un altro drappello di polizia. De Cicco lavora al pronto soccorso da 25 anni.

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“Ci sono state in un anno quattro o cinque aggressioni violente, ci sono insulti quotidiani, aggressioni verbali – racconta all’Adnkronos -, poco prima di uscire dall’ospedale sono stato fermato da un infermiere che mi ha raccontato delle minacce subite da un malato di Hiv: se non avesse ricevuto una dose, gli avrebbe sputato addosso”.

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“Secondo lei, come mai ci sono poche segnalazioni di aggressioni in alcune realtà del Sud, rispetto al Centro e al Nord? – chiede il primario -, c’è paura delle ritorsioni, questo è il motivo, mi auguro che ci siano sempre questi drappelli, ho piena fiducia per le forze dell’ordine e comprendo anche lo stato d’animo di chi si presenta in pronto soccorso che vuole la risposta immediata al suo problema e volte non può esserlo, certamente non avviene perché gli operatori battono la fiacca. Serve un percorso di educazione civica”.

Il primario del San Leonardo aggiunge: “Sono fiducioso, spero sempre che il domani sia migliore, per questo svolgo ancora questa professione. Noi medici, ma riguarda anche gli infermieri, dovremmo fare dei corsi di comunicazione per imparare a interfacciarci con i cittadini, magari con linguaggio del corpo trasmettiamo dei messaggi a chi accede al pronto soccorso, è un invito all’Ordine dei Medici, per prevenire le aggressioni, è un passo decisivo nella formazione del personale sanitario. Andrebbero anche migliorati l’informazione sui servizi alternativi ai pronto soccorso per le prestazioni a bassa intensità di cura – spiega il primario – non è accettabile che ci siano accessi per la misurazione della pressione arteriosa. Ma non è una critica ai medici di base, anzi dal muro contro muro non si ottiene mai nulla di buono”. (Adnkronos)

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