A TourismA 2024 docenti e studenti della delegazione siracusana portano la propria storia e le opportunità che offre l’unica scuola universitaria di terzo livello presente in Sicilia
Nel 2023, la Scuola di specializzazione in Beni archeologici dell’Università di Catania ha festeggiato un secolo di vita. E proprio in questi giorni la centenaria istituzione formativa che ha sede a Siracusa non ha voluto mancare l’occasione di essere presente a TourismA 2024, la manifestazione nazionale dedicata alla comunicazione del mondo antico e alla valorizzazione delle sue testimonianze promossa dalla rivista Archeologia Viva che si tiene al Palazzo dei Congressi di Firenze dal 23 al 25 febbraio.
E così, allieve ed allievi della Scuola, d’intesa con la direzione e con il Consiglio scientifico hanno pensato di portare all’attenzione della comunità archeologica internazionale radunata nel capoluogo toscano per la tre giorni del Salone dell’Archeologia e del Turismo culturale, la storia, il ruolo e la missione dell’istituzione fondata dal celebre archeologo Paolo Orsi. Gli allievi Mattia Catalano, Gaia La Causa, Paola D’Antoni e Rossella Barbagallo, con il direttore della Scuola, Daniele Malfitana, e con la responsabile dell’Ufficio comunicazione e attività istituzionali, Giusi Meli, sfrutteranno questa importante vetrina per illustrare le attività e le iniziative della Scuola catanese di archeologia.
«Abbiamo deciso di essere presenti a TourismA 2024 – dichiara il direttore Malfitana – perché la nostra storia meritava un posto al sole in occasione di questo grande momento di incontro e confronto tra tutte le realtà culturali ed economiche attive nel settore archeologico-artistico-monumentale». «La Scuola di Palazzo Chiaramonte – continua Malfitana –, l’unica di terzo livello in Sicilia, ha una sorta di “marcia in più” rispetto ad altre strutture: dispone di una sede tutta sua, in un prestigioso edificio del XIV secolo che offre la possibilità ad allieve ed allievi di soggiornare durante le lezioni, di stare a stretto contatto con i docenti, con una biblioteca e una sala studio dedicata, in una città ricca di storia ed arte come Siracusa». «In tutti questi anni – osserva il prof. Malfitana – da qui sono usciti docenti universitari, archeologi del ministero e delle soprintendenze siciliane che mantengono ancora oggi forte il legame con l’Istituto».
Nell’ambito di TourismA è stato anche presentato, in una sessione dedicata, il progetto di ricerca SHERDS, un progetto “Prin” finanziato all’ateneo catanese, di cui è coordinatore lo stesso direttore della Scuola: acronimo di networkS in HellEnistic and Roman meDiterranean – Making and Managing HiStory with Material Culture, il progetto intende rimarcare l’esigenza di costruire un nuovo approccio, altamente tecnologico, integrato e interdisciplinare nello studio della cultura materiale del passato gettando nuova luce sulle pratiche sociali e sulle identità culturali delle società antiche.
«Abbiamo colto l’occasione di questo evento dedicato all’esposizione, alla divulgazione e al confronto di tutte le iniziative legate all’archeologia – spiega Malfitana – per raccontare a pubblici diversi contenuti e obiettivi di una ricerca scientifica altrimenti destinata a restare nel chiuso delle nostre stanze e della nostra ristretta cerchia, facendo leva sulla continuità che lega il passato al presente e al futuro. SHERDS esamina la cultura materiale del mondo antico grazie anche al contributo offerto da colleghi dell’Università Ca’ Foscari di Venezia (Daniela Cottica), di Genova (Silvia Pallecchi) e del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Alessio. Toscano Raffa e Antonino. Mazzaglia) e ci permette di riflettere sui meccanismi gestionali che vi stanno dietro e, soprattutto, sulle interazioni, non più rinviabili, tra atenei ed istituzioni diverse, e tra competenze diverse quali archeologia, archeometria, informatica e comunicazione».
Per Alessio Toscano Raffa, ricercatore Ispc Cnr di Catania, il progetto Sherds consentirà «una narrazione intensa e un confronto partecipato sulle strategie e sulle prospettive di studio della cultura materiale in età ellenistica e romana. Attraverso l’analisi di diversi casi studio, tra i più importanti siti archeologici italiani (Aquileia, Pompei, Siracusa, Finziade, Nora), insieme ai partner del progetto, ci poniamo l’obiettivo di comprendere e decodificare, con un approccio multidisciplinare, i significati più profondi dei manufatti archeologici nei loro contesti di provenienza».