“Sono totalmente prive di dignità le donne che denunciano un uomo dopo 20 o 30 anni al solo scopo di incassare soldi. Non sopporto più le lagne del ‘Metoo’ . Se poi la vogliamo dirla tutta, non è che queste eroine si rivolgono a operai, metalmeccanici o operai: i presunti stupratori sono sempre o registi, o nella moda e nello spettacolo, sempre persone ricche. Tutto questo mi fa orrore. La lotta per la libertà impone immediatamente di denunciare. Denunciare non è un atto di coraggio, ma un dovere. La libertà non deve farti dire delle cose in una visione diversa rispetto a quando il fatto sarebbe accaduto vent’anni prima , quando invece non era la libertà a prevalere, ma l’interesse. Credo che non vi sia alcun dubbio che le prostitute abbiano più dignità di queste donne: la prostituta fa il suo lavoro, non è impedito, finché troveranno persone pronte a pagare perché non le dovrebbero fare?”. Lo ha detto Annamaria Bernardini De Pace, nota matrimonialista, intervistata da Klaus Davi nel web talk ‘KlausCondicio’.
“Anche io sono stata molestata ma non ho risposto certo con l’omertà. Sono anche arrivata a dare una ginocchiata a chi ci ha provato. Se penso a tutte quelle ragazze che mandano video delle proprie nudità ai ragazzi e poi si lamentano che circolano perché loro li mandano in giro, ma cosa vogliono? – continua Bernardini De Pace – Non parliamo di alcune mamme lo vedo nelle separazioni: ci sono delle mamme che andrebbero ‘torturate’ in carcere apposito per mamme cattive. Perché abbiamo una legge che dice che esiste il diritto dei figli alla ‘bigenitorialità’. Ma sempre a causa della cultura buonista dominante viene quasi sistematicamente ignorata. E non si tiene conto che spesso i padri sono migliori delle mamme”. (Adnkronos)