Forte preoccupazione dei dipendenti di Poste Italiane, in merito alla decisione del consiglio dei ministri, del provvedimento che regolamenta l’alienazione di una quota della partecipazione detenuta dal ministero dell’Economia e delle finanze di Poste Italiane.
L’Slp Cisl di Catania, che rappresenta, nel settore postale, il 75% dei dipendenti, si fa interprete delle preoccupazioni della categoria, annunciando la ferma opposizione alla decisione del governo, di privatizzare altre quote dell’azienda, anche se ufficialmente non si sa in che termini e percentuali. Ovviamente se il controllo pubblico, ad oggi detenuto dal 35% dal mef e 30% dalla cassa depositi e prestiti, controllata dallo stato, dovesse perdere la maggioranza, sarebbe nel breve tempo un salasso per i servizi, l’occupazione e la qualità del lavoro sempre più precaria.
“Purtroppo, nel nostro paese, le privatizzazioni hanno avuto finalità conosciute, negative sia per la qualità del servizio e di conseguenza sull’occupazione. Noi siamo contrari all’operazione “smantellamento” – afferma il Segretario provinciale Slp Cisl Catania Carlotta Grasso – La categoria dei postali, ha dimostrato nel tempo che, poste italiane, sono state risanate fino ad arrivare, orgogliosamente, a macinare utili (nel 2023 oltre 1,5 mld). Tutto questo grazie soprattutto al sacrificio dei lavoratori. Cosa potrebbe accadere se l’operazione andrà in porto: la chiusura del piccolo ufficio postale, l’erogazione del servizio sociale, la smobilitazione della logistica e del recapito, la chiusura di settori che determinano trasferimenti del personale o perdita di posti di lavori. L’avvento repentino della digitalizzazione, dell’intelligenza artificiale, insieme alla privatizzazione, in breve tempo può determinare un “cocktail” esplosivo, sulla forza lavoro, ma ancora tagli, mancanza d’investimenti e continui riduzioni dei costi sul lavoro. Nelle ultime assemblee sui posti di lavoro i lavoratori tutti, oltre alle giuste evidenze sulle disfunzione dell’organizzazione nei settori, si sono espressi in maniera inequivocabile contro ulteriore quote di privatizzazioni, pronti alla mobilitazione. Chiediamo alla politica – conclude Grasso – senza distinguerne l’appartenenza di presidiare e modificare le posizione del governo per scongiurare quanto prevedibile “scempio”. Catania è pronta alla mobilitazione.”