È sold out la seconda edizione di “Musica per la Memoria”, l’evento gratuito organizzato e promosso dall’Associazione Domenico Ricci per la memoria dei caduti di via Fani e patrocinato da Roma Capitale. L’evento vuole ricordare tutte le vittime del terrorismo tra le Forze dell’Ordine e commemorare, contestualmente, il 46° anniversario della Strage di via Mario Fani. L’intento è di trasformare tale giornata da un momento tragico e luttuoso per tutto il Paese a un altro lieto e di speranza. La serata, che si inserisce tra le iniziative ufficiali per la rievocazione di questa importante ricorrenza, mette in scena una singolare fusione tra la Banda Musicale della Polizia di Stato e i racconti dei familiari delle vittime delle Forze dell’Ordine uccise per mano terroristica.
Grazie al libro “Anni Bui – storie sconosciute do uomini in divisa ammazzati dal Terrorismo, dal 1956 al 1980”, scritto da Salvatore Lordi (che racconta, in una sorta di diario, le vite intime e familiari di mogli, figli, fratelli dei tanti poliziotti, carabinieri, finanzieri ammazzati per mano dei terroristi), la Banda Musicale della Polizia di Stato musicherà per l’occasione i brani che furono il “life motive” di uno scampolo di vita che costoro vissero insieme. Lo scopo è di restituire a questi uomini delle Forze dell’Ordine, ricordati fino ad ora nelle commemorazioni ufficiali, un’altra immagine: quella più intima e familiare dove proprio la musica fu riferimento di un fugace momento di vita. “Musica per la Memoria” intende aprire una pagina diversa nella storia dell’Italia per continuare a dare voce agli uomini in divisa caduti per salvaguardare le Istituzioni democratiche della Nazione.
“Oggi più che mai è necessario che i giovani conoscano, capiscano e comprendano il sacrificio dei nostri eroi in divisa compiuto per difendere la democrazia e la libertà – sottolinea Giovanni Ricci, Presidente dell’Associazione Domenico Ricci per la memoria dei Caduti di via Fani. Quanto è accaduto non può essere cancellato ma la memoria e il racconto delle loro vite è l’unica via per uscire dall’oscurità che ancora incombe sugli ‘Anni di piombo’. Conoscere significa prendere coscienza – continua ancora Ricci – La memoria non è gettare lo sguardo su una fotografia che sbiadisce con lo scorrere del tempo, ma un sentimento civile, energico e impegnativo”. “La memoria collettiva transita anche attraverso lo strumento della musica e delle parole – spiega il direttore artistico Mario Ciaccio – Anche quest’anno continueremo ad esplorare l’animo umano in un racconto che avrà, come filo conduttore, la luce e i colori”.