Il nuovo libro di Giovanna Alecci: “La Pupa di zucchero”

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Di Salvo Zappulla

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Scrivere di libri destinati ai ragazzi suscita in me sempre una certa gioia.  La letteratura per l’infanzia costituisce un universo particolare, spesso poco considerato ma certamente di grande fascino. Lo scrittore che scrive per i bambini si assume un impegno gravoso perché si rivolge a dei soggetti in formazione, a lettori ancora da costruire, ai futuri cittadini di domani. Le fiabe hanno valore terapeutico, aiutano i bambini – e non solo loro – a superare i momenti di passaggio, le crisi di crescita, a rielaborare simbolicamente e a risolvere i propri conflitti interiori.

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Ed è per questo che  propongo la lettura del libro di Giovanna Alecci, “La Pupa di zucchero”, edito da Armando Siciliano editore, con le splendide illustrazioni di Lisa Barbera. Un testo, anche bello graficamente, in cui fantasia e realtà giocano a rincorrersi in perfetta simbiosi. Il protagonista della storia, Calò, è un pasticciere siciliano che combatte la solitudine e il rimpianto per la moglie scomparsa creando pupi di zucchero. Ci mette passione e anima nel suo lavoro, così tanta anima che potrebbe capitare ai pupi di assimilarla.

I pupi di zucchero però tendono a sciogliersi, con il caldo o se hanno la capacità di piangere. In particolare la bella Angelica che ha un animo dolce e sensibile, incastonata come perla di zucchero in un piccolo ostricaio e parla alla luna, e la luna si specchia in lei… di più non voglio rivelare per non togliere al lettore il piacere di godersi il finale. Giovanna Alecci, in questa storia, stabilisce con la scrittura un rapporto di gioiosa magia, una sorta di candida esplosività. Si diverte a scombussolare l’ordine delle cose, a rivoltarle, a dimostrare che non c’è limite alla capacità di amare. La scrittura è arte, e come tale non ha nulla di definito. Ed ecco la forza della scrittrice rosolinese: rendere possibile ciò che apparentemente può sembrare improponibile. La letteratura non ha limiti né confini, può innescare meccanismi di riflessione e di reazione nella mente di soggetti in fase evolutiva quali i bambini. Sta nella professionalità di chi scrive tenere desta la capacità di riflessione, stimolare a ragionare in proprio.

La stessa professionalità che ho riscontrato nel suo romanzo, “Spine”, nel quale si affrontano temi di impegno sociale non indifferenti. Non a caso ha vinto il “Premio Internazionale Livatino – Saetta- Costa per l’impegno sociale”.  La Alecci prova a trasformare in bello la solitudine e il dolore, con una abbondante spruzzata di fantasia. Le storie per ragazzi gratificano il bisogno di sognare e appagano il loro senso di giustizia.  Attraverso il linguaggio giusto si può raccontare qualsiasi cosa a un adolescente, non vive in un mondo a parte, anch’egli è in grado di distinguere il bene e il male. Sta allo scrittore decodificare quella realtà, tentando di farla capire attraverso i messaggi.

 

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