“Io non ho vilipeso nessuno, ho accompagnato esponenti di un movimento politico a fare un atto di provocazione davanti al Quirinale. Era la provocazione di un movimento politico”. Lo ha detto il generale di brigata in congedo dall’Arma dei carabinieri, Antonio Pappalardo, sentito in tribunale a Roma nel processo che lo vede imputato per vilipendio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Era il dicembre 2017 quando Pappalardo insieme ad esponenti del Movimento ‘Liberazione Italia’, si presentò al Quirinale per notificare “un ‘verbale d’arresto a carico di Sergio Mattarella per il delitto di usurpazione di potere politico, definendolo, in presenza di più persone, un usurpatore”.
“Eravamo dodici persone e mentre eravamo nei giardini davanti al Quirinale è arrivata la Digos. E perché hanno chiesto il processo solo contro di me? Perché sono un soggetto politico scomodo?” ha affermato Pappalardo oggi in aula. ‘’L’atto davanti al Quirinale fu una provocazione di un movimento politico, il mandato di arresto era inventato. Io li ho solo accompagnati, non ho vilipeso nessuno e non c’entro nulla’’. La prossima udienza è fissata per il 14 novembre.