A Ciminna la personale antologica di Ilaria Caputo “Cum pavone sine pavore” . A cura di Massimiliano Reggiani, dall’8 al 23 giugno

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“Cum pavone sine pavore” è il titolo della mostra di Ilaria Caputo in programma a Ciminna, in provincia di Palermo, dall’8 al 23 giugno.
A cura di Massimiliano Reggiani, la personale antologica dell’artista si terrà negli spazi del Polo Museale, in corso Umberto I, dove sabato 8 giugno si svolgerà l’inaugurazione alle 17:30.
A coordinare i lavori sarà la giornalista Marianna La Barbera, che introdurrà gli interventi del sindaco Vito Filippo Barone, dell’assessore alla Cultura Michele Avvinti, del docente Domenico Passantino e del critico d’arte e curatore Massimiliano Reggiani.
L’esposizione si inserisce nell’ambito di  “Ciminna Contemporanea”, rassegna di arti visive a cura di Vito Mauro.
“Cum pavone sine pavore – L’arte senza tempo di Ilaria Caputo ” è patrocinata dal Comune e dalla Pro Loco di Ciminna e dalla Pro Loco Sicilia.
L’esposizione riunisce una nutrita selezione di opere pittoriche dell’artista siciliana dal tratto raffinatissimo e rigoroso, che ripercorre le varie tappe della sua ricerca, dell’evoluzione delle sue tematiche e delle loro declinazioni.
Formatasi all’Accademia di Palermo, Ilaria Caputo guarda l’antichità classica come all’universo silenzioso delle radici collettive.
La sua ricerca nei sedimenti della memoria comune si concentra anche sugli schemi decorativi delle ceramiche, attraverso cui vede filtrare momenti di vita della nobiltà agricola isolana.
La mostra sarà visitabile, con ingresso libero  tutti i giorni dalle 9:30 alle 12:30 e dalle 17:00 alle 19:00.

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DAL TESTO DEL CURATORE

“Ilaria Caputo – spiega Massimiliano Reggiani – sicura nella tecnica per gli studi al Liceo e all’Accademia, compie una scelta coraggiosa e concentra nella suggestione classica la maggior parte della propria ricerca, consapevole che all’arte occorra un linguaggio di forme già maturo, e apprezzato, per potere esprimere la propria, profonda riflessione”.
“L’artista presenta e svela – spiega il critico d’arte – momenti del suo passato che diventano da personali a collettivi”.
Allo sguardo dipinto si sostituisce quello della mente e osservare diventa un atto comune, di condivisione e racconto del singolo passato.
“È l’onda del presente su cui galleggiamo – osserva Massimiliano Reggiani – ma tutti immersi nel medesimo mare dai cui abissi risale improvvisamente qualcosa di dolce”.
L’artista coglie la forza di questa interazione, la geometria giocosa dei decori che si guarda nell’infanzia quando il pavimento è allo stesso tempo luogo dei giochi e spazio di fantasia.
Ne ripropone il ritmo, lo schema, il fascino, il profumo della cera, il piacere della lucentezza e poi lascia libera l’immaginazione.
Affiorano così gli sguardi da un passato che era forse la casa estiva, il parente lontano, un gatto furtivo, il cane da guardia o quello più languido, da compagnia.

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