Esce il libro curato da Luigi Mascheroni che racconta il quotidiano visto dal suo fondatore
“Questo giornale nasce da una rivolta e da una sfida”. Era il 25 giugno 1974 e così iniziava l’editoriale di Indro Montanelli sul primo numero del suo “Giornale”. Saranno venti gli anni passati alla direzione del quotidiano da lui fondato e non è difficile pensare che quella rivolta e quella sfida resteranno la cifra distintiva del lavoro di Montanelli. Un giornalismo senza bandiere, ma sempre schierato, libero per istinto, controverso, ma spesso conservatore, sfidante per definizione, anticonformista per intima natura, rivoltoso perché in qualche misura anarchico, piratesco, corsaro, come nel titolo del nuovo libro “Come un vascello pirata”, che esce martedì 4 giugno da Rizzoli con la doppia firma di Indro Montanelli e Luigi Mascheroni. Nell’anno del 50° anniversario di fondazione de “il Giornale”, il libro che porta come sottotitolo “50 anni de il Giornale nelle parole del suo fondatore”, esce anche in allegato con il quotidiano sempre a partire da martedì 4 giugno.
Il volume è aperto da un approfondito e avvincente saggio di Luigi Mascheroni (il giornalista culturale del “Giornale” ne è anche il curatore) che ripercorre le vicende del quotidiano sotto la guida di Indro, vent’anni di battaglie politiche, culturali e sui diritti fino al noto epilogo e alla rottura con Silvio Berlusconi nel gennaio 1994 non più solo editore, ma “sceso in campo” nell’arena politica. A restituire prova tangibile della straordinaria penna montanelliana, una selezione di editoriali, articoli, corsivi, risposte al lettore e “Controcorrente” pensata per dare uno spaccato dell’impegno del direttore, spaziando dalla politica allo sport, dalla storia al costume, dai diritti all’ambiente.
Il libro si presenta come una raccolta preziosa, utile a chi “il Giornale” di Montanelli ben lo ricorda e a chi oggi ha curiosità di riscoprirlo. Infine, a chiusura del volume, una sorprendente galleria: ricordi di Indro a firma di personaggi più o meno insospettabili: da Mara Venier a Michele Serra, da Pier Luigi Bersani a Enrico Vanzina, da Giampiero Mughini al cardinale Gianfranco Ravasi, in molti hanno accettato di offrire per l’occasione un aneddoto, un pensiero, una istantanea del direttore. Un omaggio al lettore, quello a cui Montanelli scriveva nel primo editoriale: “questo giornale non ha padroni, perché nemmeno noi lo siamo. Tu solo, lettore, puoi esserlo, se lo vuoi. Noi te l’offriamo”.