Il Segesta Teatro Festival al Teatro Antico con la danza della Compagnia “Ivona” di Pablo Girolami

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Il 2 agosto, in prima nazionale, debutta I Persiani di Eschilo, adattamento, scene e regia di Claudio Collovà (repliche il 3 e 4).

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Prima alba del Festival, il 4 agosto alle 5 del mattino con Medea 

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nella scrittura di Luciano Violante, interpretata da Viola Graziosi

Entra nel vivo, dopo i primi giorni dedicati alla musica e al teatro, la terza edizione del Segesta Teatro Festival, in corso al Teatro Antico del Parco Archeologico di Segesta: mercoledì 31 luglio, alle 19.30, è in programma il primo appuntamento con la danza, che vede in scena la Compagnia “Ivona”, vincitrice di molti e prestigiosi riconoscimenti internazionali, fondata nel 2019 da Pablo Girolami.

Due le coreografie proposte da altrettante formazioni di danzatori Under 35.

Si comincia con “Rer”, drammaturgia di Karen Stenico, con Guilherme Leal, Fabio Cavallo, Yasmin Gariv, Shani Hadashi, Sara Ariotti, Katarzyna Zakrzewska; musica Donato Dozzy Remix by Kat Pure &Vermouth Gasosa. Durata 23 minuti.

Nella coreografia, sei danzatori si fondono in un intreccio sinuoso, creando legami che si moltiplicano come cellule danzanti, organismi unici; come un corallo, una creatura destinata a sopravvivere ed evolvere nello spazio e nel tempo. Le relazioni tra i corpi danzanti si svelano come un intreccio pulsante. RER diventa un’odissea esplorativa. Ogni movimento di mano contiene, ogni sguardo cela. Quanta forza però in questo minuscolo spazio, quanta forza nella struttura compatta di mille occhi e cento tocchi.

A seguire “Manbusha” (versione estesa), una coreografia di Pablo Girolami, con Guilherme Leal, Lou Thabart; musica Ugate Sooraj – Jota Karloza, Hey Furtila (Hey Perky) – Miss Clo, Demaso – Holed Coin, Alma de Terra – A Macaca & Peter Power; costumi Caterina Politi. Durata 35 minuti.

Due ragazzini giocano in una risaia creando una relazione forgiata sui ritmi della musica. Attraverso il movimento uno spinge l’altro alla scoperta del suo istinto naturale. Un cammino vibrante di inconsapevoli emozioni, innocenza e giocosità. Un gioco frenetico il cui ritmo cresce fino a divenire una danza di corteggiamento, alla ricerca del proprio istinto naturale. Eleganti come gru, precisi come ragni, i corpi reagiscono simultaneamente agli impulsi reciproci. MANBUHSA quindi può essere definito come uno studio e una trasposizione sul corpo umano di alcune peculiari danze animali, diventati spunti creativi per il coreografo.

Le coreografie sono una produzione Ivona con il supporto di Komm Tanz Teatro Cartiera, Compagnia Abbondanza/Bertoni in collaborazione con il Comune di Rovereto, Derida Dance Center (Sofia), e Ministero della Cultura.

Venerdì 2 agosto alle ore 19,30 al Teatro Antico debutta, in Prima nazionale, I Persiani di Eschilo, con adattamento, scene e regia di Claudio Collovà, regista e direttore artistico del Segesta Teatro Festival. Repliche il 3 e 4 agosto alla stessa ora.

In scena Giuseppe Pambieri, nel ruolo di Dario, Sergio Basile (Corifeo), Micol Pambieri (Atossa), Gianluigi Fogacci (Messaggero), Nicolas Zappa (Serse). Ideazione e realizzazione oggetti di scena Sofia Alopari, Diana Cracolici, Chiarastella Santalucia in collaborazione con l’Accademia delle Belle Arti di Palermo, costumi di Dora Argento, musiche di Giuseppe Rizzo; produzione Teatro della città Centro di produzione teatrale / Artelè. Durata 80 minuti.

Eschilo, poeta e soldato, prende parte alle due guerre persiane contro Dario e contro Serse. Testimone al fronte, oplita in prima linea per ricacciare indietro l’enorme esercito dell’impero persiano, è certamente più attendibile di Erodoto, il primo storiografo dell’umanità che ha sensibilmente ingigantito il successo del popolo greco unito. Eschilo invece ha visto. E come poeta rappresenta nel teatro delle Polis l’identità collettiva di vincitori e vinti. Ne I Persiani, il mito è un caso della storia. Popoli che sconfinano e assoggettano altri popoli che divengono schiavi e sudditi. È una storia che ripete se stessa con identico passo e che rende unico il dramma di Eschilo, la prima tragedia a noi giunta, messa in scena solo otto anni dopo la vittoria greca di Salamina. Una hybris esemplare quella di Serse, una dismisura che gli costa il castigo degli dei, e anche se la tragedia è tutta persiana, ovvero anche persiana, alla fine è anche greca, anche nostra, se guardiamo con lo stesso sguardo con cui venne guardata allora, come una delle tante guerre che oggi ci riguardano e di cui ci sentiamo responsabili.

Prima alba del Festival, domenica 4 agosto alle 5.00 sempre al Teatro Antico, con Medea nella scrittura di Luciano Violante, interpretata da Viola Graziosi, per la regia di Giuseppe Dipasquale.

Con uno sguardo all’attualità e in particolare alla strage di Capaci del 23 maggio 1992, Violante, magistrato e già Presidente della Camera dei Deputati, si è interrogato sul mito di Medea che, nel suo peregrinare, approda nella terra di Sicilia. Lo spettacolo, prodotto da Teatro della Città – Centro di Produzione Teatrale, è un monologo straziante e sublime a cui dà voce l’attrice Viola Preziosi, sempre molto apprezzata sul palcoscenico di Segesta. Durata 65 minuti.

Medea è una Madre, Regina, Maga semidivina che compie l’efferato gesto infanticida per sottrarre i figli alla schiavitù. Condannata ad un esilio eterno che rinnova la scelleratezza del suo crimine ad un impietrito Giasone per approdare infine nella terra del fuoco, una terra a tre punte, la Sicilia, per incontrare altri ‘estranei’ che cercano una ragione al lacerante dolore della perdita dei propri figli. Un salto nella contemporaneità che permane nell’alveo di una tragica mitologia e che ha fatto del tragico eccidio mafioso, con l’emblema degli emblemi nella perdita di Giovanni Falcone, un atto dove «Il divino e l’umano si intrecciano perdendo i confini e laghi di sangue si scoprono negli sterminati campi di grano», afferma Violante.

Il Segesta Teatro Festival 2024 è sostenuto dal MiC – Ministero della Cultura e promosso dal Parco Archeologico di Segesta che comprende i siti di Custonaci, Contessa Entellina, Poggioreale e Salemi.

 

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