“Verro e la parabola delle verghe” è il titolo dell’opera scritta da Giuseppe Pastorello che andrà in scena secondo un progetto denominato “Il teatro canzone nelle rivolte contadine”.
Ovvero, quelle rivolte che hanno interessato quasi tutta la Sicilia subito dopo l’unità d’Italia ai tempi dei fasci siciliani: protagonisti, i contadini che hanno pagato a caro prezzo la ricerca della libertà e di condizioni di vita più dignitose.
“Officina Teatro Canzone“, dunque, torna a occuparsi di fatti che la storia ha volutamente accantonato.
Prima tappa del progetto itinerante, piazza Garibaldi a Milena in provincia di Caltanissetta dove l’opera andrà in scena sabato 27 luglio alle 21:30, per concludersi il prossimo 3 novembre a Corleone, in provincia di Palermo, in occasione della morte di Bernardino Verro, avvenuta centonove anni fa.
LE DATE
La prima tappa, Milena, riveste particolare importanza nell’epoca delle rivolte: per la prima volta infatti, il 27 ottobre del 1893, le donne si fecero portavoce delle istanze dei contadini divenendo parte attiva della manifestazione.
Fu grazie al loro coraggio che ricevettero anche un elogio da parte di Luigi Pirandello nel suo romanzo “I vecchi e i giovani”.
Tra le date già stabilite, c’è anche Santa Caterina Villarmosa, sempre in provincia di Caltanissetta, tristemente nota per via della rivolta del 5 gennaio del 1894, in cui trovarono la morte quattordici persone e numerosi feriti tra cui donne e bambini.
La seconda tappa dello spettacolo si terrà alla Villa Castelnuovo, alle 21:30.
Terza tappa il 22 settembre a Lercara Friddi, nel Palermitano, dove il 25 dicembre 1893 perirono dodici persone e vi furono numerosi feriti.
Ancora da stabilire le date di Piana degli Albanesi, Gibellina e Marineo, tra le province di Palermo e Trapani.
Lo spettacolo inizia con la recitazione dei versi della poesia di Umberto Santino, “Ricordati di ricordare” e il consueto ausilio di video che consentirà al pubblico la visione di alcune scene del film “Per quel soffio di libertà” di Alberto Castiglione.
La formazione di “Officina Teatro Canzone” è la consueta, composta da Roberto Giannì al piano e agli arrangiamenti musicali, Christian Bianca al violino, Annalisa Paladino al basso elettrico, Vincenzo Arisco alle percussioni, le voci di Giuseppe Pastorello e Loredana Maieli e gli attori Maurizio De Luca e Cristina Giarmanà.
LE PAROLE DELL’AUTORE
A proposito della lingua siciliana, Giuseppe Pastorello, presidente dell’associazione “Officina Teatro Canzone” tiene a precisare che nell’opera l’utilizzo è predominante.
Il dialetto ha il ruolo di conservare la storia, riuscendo a trasmettere nel contempo la durezza dei comportamenti di coloro che affrontano una vita impossibile e la sofferenza di una donna che racconta un’esistenza senza amore.
“Quello che oggi potrebbe essere scontato – afferma Giuseppe Pastorello – non lo era all’epoca di Bernardino Verro, la cui intuizione fu quella di riunire i contadini per costruire un nucleo che avrebbe avuto la possibilità di farsi sentire”.
Come ricorda l’autore dello spettacolo, il sindacalista e politico diceva ai contadini riuniti: “Se voi prendete una verga sola la spezzate facilmente, se ne prendete due, le spezzate con maggiore difficoltà. Ma se fate un fascio dei verghe è impossibile spezzarle. Così, se il lavoratore è solo può essere piegato dal padrone se invece si unisce in un fascio, in un’organizzazione, diventa invincibile”.