La grande mostra dal titolo Diva Rosalia. La Santa Patrona di Palermo nelle collezioni di Palazzo Abatellis, allestita all’Oratorio dei Bianchi (piazzetta dei Bianchi) in occasione del 400° Festino di Santa Rosalia dalla Galleria regionale della Sicilia Palazzo Abatellis, in considerazione della grande affluenza di visitatori finora registrata, è stata prorogata fino al 29 settembre.
L’esposizione, promossa dall’Assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana e patrocinata dal Comune di Palermo, ha mostrato ai visitatori oltre cento opere provenienti dalle diverse collezioni della Galleria di Palazzo Abatellis, alcune delle quali esposte per la prima volta dopo un minuzioso restauro, suddivise in cinque sezioni ideate e curate dal comitato scientifico dell’ente culturale presieduto da Vincenzo Abbate e composto da Maria Maddalena De Luca, direttrice della Galleria, Valeria Sola, Gaetano Bongiovanni, Maria Reginella.
In occasione della particolare ricorrenza dei 400 anni dal ritrovamento delle spoglie miracolose della Santuzza, la Galleria Abatellis ha voluto dare il proprio contributo culturale – alla città in pieno fermento e ai tanti turisti nazionali e stranieri presenti sul territorio – rintracciando all’interno del vastissimo patrimonio della Galleria una serie di opere di diversa provenienza legate dal filo comune del culto e della devozione a Rosalia.
È stata mostrata, per la prima volta dopo le opere di restauro, la tavola Madonna con Bambino e Santa Rosalia del pittore Quartararo, lasciata incompiuta alla sua morte e tramandata dalle fonti come uno dei primi esempi dell’iconografia di Rosalia, antecedente alla proclamazione a patrona cittadina.
Il restauro, come racconteranno le curatrici durate l’apertura straordinaria, martedì 3 settembre alle ore 21.00, ha svelato, oltre a numerosi pentimenti e modifiche, che la santa raffigurata era in origine Caterina d’Alessandria e che la trasformazione dovette avvenire contemporaneamente al ritrovamento delle ossa considerate miracolose nel 1624, poiché il coevo Giordano Cascini ne lascia un’accurata interpretazione e descrizione come Santa Rosalia dinanzi alla Vergine.
La mostra accoglie dipinti, opere grafiche, plastiche o maioliche, di artisti affermati o ignoti artigiani, compresi in un arco temporale che si sviluppa tra il XVI secolo e il XIX secolo, nei quali la Santuzza si mostra patrona, protettrice e soggetto prediletto per gli artisti locali e per opere di committenza cittadina, presenza costante in grandi pale d’altare o minute stampe devozionali.
Capolavori che costituiscono parte del patrimonio custodito dalla Galleria Abatellis, opere acquisite per donazione da importanti collezioni private o confluite da storiche raccolte di ordini religiosi, o ancora frutto di un’illuminata politica di acquisti risalenti ai primi del Novecento dall’esimio direttore dell’allora Museo Nazionale, l’archeologo Antonino Salinas.
Seguendo le Cinque Sezioni del percorso espositivo è possibile riconnettere le tappe della vita e del culto legate alla giovinetta miracolosa che nel 1624 liberò la città di Palermo dalla peste.
A corredo delle opere sono fruibili pannelli esplicativi che raccontano la nascita e la diffusione dell’iconografia rosaliana, le commissioni auliche legate al culto, il ruolo centrale del Sacro Monte Pellegrino, le grandi feste in onore della Santa e la radicata devozione popolare.
In allegato foto dell’inaugurazione.