Iran prepara attacco: “Risposta a Israele ci sarà, ma no escalation”

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Teheran e Hezbollah hanno minacciato ritorsioni massicce, mentre il primo ministro israeliano Netanyahu ha avvertito di gravi conseguenze in caso di attacco

L’Iran risponderà ai “crimini” di Israele ma non vuole l’escalation del conflitto in Medio Oriente. E’ quello che ha assicurato, secondo quanto riferiscono i media locali, il presidente iraniano Masoud Pezeshkian al segretario del Consiglio di sicurezza russo, Sergei Shoigu, da ieri in visita a Teheran. “L”Iran – ha detto – non sta assolutamente cercando di ampliare la portata della crisi nella regione, ma questo regime riceverà certamente una risposta per i suoi crimini e la sua arroganza”.

“Per quanto riguarda la violazione della nostra integrità territoriale, non faremo alcun compromesso”, aveva dichiarato ieri il portavoce del ministero degli Esteri, Nasser Kanaani. Sebbene l’Iran non voglia alcuna escalation nella regione, punirà sicuramente Israele per l’uccisione di Ismail Haniyeh, nonostante i tentativi di mediazione, aveva chiarito il portavoce, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Isna. Haniyeh, che guidava l’organizzazione islamista palestinese di Hamas, è stato ucciso a Teheran la scorsa settimana in una pensione.

Uccisioni di Hamas e Hezbollah in un Medio Oriente già teso

L’attuale crisi è stata innescata anche dalla recente uccisione dell’alto comandante di Hezbollah Fuad Shukr a Beirut, in Libano. L’Iran e Hamas accusano Israele di entrambi gli attacchi. Israele ha rivendicato la responsabilità dell’attacco a Shukr, ma non ha commentato le accuse relative alla morte di Haniyeh. Teheran e Hezbollah hanno minacciato ritorsioni massicce, mentre il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha avvertito di gravi conseguenze in caso di attacco. Si teme un conflitto regionale se le milizie alleate dell’Iran, come Hezbollah in Libano, Hamas a Gaza, gli Houthi in Yemen e le milizie in Iraq e Siria, saranno coinvolte.

L’Organizzazione della cooperazione islamica (Oci) domani terrà a Gedda una sessione straordinaria a livello di ministri degli Esteri “per discutere dei crimini continuati dell’occupazione israeliana contro il popolo palestinese, compreso l’assassinio di Ismail Haniyeh e la sua aggressione contro la sovranità dell’Iran”, ha annunciato la stessa Oci in una nota, accogliendo una richiesta arrivata da Teheran. A differenza della più piccola Lega Araba, comprende anche influenti Stati non arabi, tra cui Iran, Pakistan e Turchia. Secondo alcuni osservatori, è possibile che l’Iran aspetti l’esito di questa riunione per lanciare la rappresaglia annunciata contro Israele.

La Giordania intanto si prepara a un possibile attacco. L’autorità dell’aviazione civile giordana ha dichiarato lunedì che gli aerei che intendono utilizzare il suo spazio aereo devono portare con sé del carburante extra per poter lasciare l’area in caso di necessità. Secondo un avviso di sicurezza emesso dall’autorità, tutti gli aerei in arrivo devono essere riforniti in anticipo di carburante per 45 minuti aggiuntivi di volo. Nel caso di un attacco iraniano a Israele, che potrebbe avvenire anche nei cieli della Giordania, come è successo in aprile, gli aerei avrebbero abbastanza carburante per cambiare rotta con breve preavviso e atterrare in un Paese vicino.

La reazione di Israele

 

L’Iran ha deciso di attaccare Israele e lo ha fatto sapere al governo israeliano, ha affermato il ministro degli Esteri Israel Katz. Il messaggio dell’Iran è stato consegnato a Israele dal ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjártó, che ha chiamato Katz per spiegare di aver ricevuto queste informazioni dal ministro degli Esteri iraniano ad interim Ali Bagheri. “L’Iran ci ha informato che intende attaccare Israele”, ha detto Katz.

Dal canto loro le Forze militari israeliane hanno approvato piani “per diversi scenari” in previsione di un possibile attacco iraniano, fanno sapere le Idf, dopo un incontro presieduto dal capo di Stato maggiore, il generale Herzi Halevi, con vari comandanti e alti ufficiali.

Gli Stati Uniti continuano a spingere per la de-escalation in Medio Oriente

Il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha parlato dal canto suo con i leader del Qatar e dell’Egitto, secondo quanto riferito dal Dipartimento di Stato, per discutere degli sforzi volti a smorzare le crescenti tensioni in Medio Oriente. Blinken ha parlato con il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman e con il ministro degli Esteri egiziano Badr Abdel-Atty, ha dichiarato il portavoce del Dipartimento di Stato americano Matthew Miller. Negli ultimi giorni Blinken ha parlato anche con le sue controparti nella regione e in tutto il mondo per trasmettere “un messaggio coerente”, ha detto Miller.

 

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