Inaugurazione mostra personale di Gianfranco Anastasio alla Galleria Carta Bianca “Con gli occhi della mente“

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Sabato 5 ottobre riparte, dopo la pausa estiva, la nuova stagione della galleria Carta Bianca. Si comincia dunque con una prestigiosa personale di Gianfranco Anastasio, artista storicamente legato alla galleria, ormai alla sua terza presenza dopo le mostre del 1999 e del 2009.

Claudio Cerritelli, il critico di riferimento dell’Astrazione italiana, così scriveva di Anastasio su un quaderno che sarà presente all’inaugurazione:

“Nei discorsi sulla pittura astratta è spesso prevalsa la convinzione che il colore debba sempre calibrare la sua temperatura originaria per essere luce che vive nello spazio dell’opera, non a caso la sua pregnanza si identifica nella qualità manuale del pittore che ne disvela il volto senza ancora conoscerlo. In questa fase di accertamento, la superficie dipinta non è solo rispondente al processo esecutivo e alle sue pratiche materiali ma evoca soprattutto l’idea che “dipingere è pensare con gli occhi”, definizione che Anastasio propone nelle sue “scritture bastarde” parallele alla pittura. Le riflessioni teoriche e i frammenti aforistici nascono dall’esperienza sedimentata in lunghi anni di analisi del rapporto tra progetto e opera….

Gli esegeti della pittura di Anastasio (da Crispolti a Caramel, da Barbera a Frazzetto, da Meneguzzo a Bazzini) hanno indicato secondo angolazioni diverse un ampio campo di riferimenti che attingono alla linea aniconica del contemporaneo. Queste radici oggettivamente verificabili vanno ricondotte alla soggettività di un pensiero basato su assonanze che l’artista trasforma in dati esperienziali, legati alle antinomie del vissuto. Dunque, non riducibili ad un citazionismo reverenziale, rivelatori piuttosto di differenti dislivelli immaginativi: disciplina e trasgressione, volontà affermativa e abbandono estatico, linee di fermezza e forme di spaesamento spaziale, entità misurabili ed esiti eversivi….Per Anastasio la dimensione del colore è plurale, si nutre di luci dove ogni elemento è calibrato in termini di relazione, infatti un colore preso in sé stesso non è mai intenso come quando si manifesta insieme ad altri colori. Non sempre questa considerazione incontra i favori dei pittori astratti, ma in questo caso può dirsi aderente alla posizione anomala ed eretica del nostro artista, alla sua necessità di infrangere le regole del sistema linguistico iper-aniconico.

Quello che resta è la promessa imperfetta di una nuova durata” – così ha scritto l’artista alla ricerca di nuovi orizzonti, tramutando le ombre interiori in nuove promesse di luce, in perpetuo dialogo con il futuro della pittura…All’interno di questa tensione creativa recita un ruolo decisivo il movimento perpetuo della memoria tra il passato e il futuro, essendo il presente solo un punto di passaggio relativo a ciò che la pittura è stata e vuole ancora essere, aperta ai giorni a venire e agli sguardi futuri.”

Racconta Gianfranco Anastasio: “ Il testo, pubblicato nel quaderno, è stato scritto da Claudio Cerritelli pochi mesi prima che ci lasciasse. Stavamo lavorando a una mostra che poi non è stato possibile organizzare, non c’è stato tempo. Era stato al mio studio a Messina in compagnia di Francesco Rovella per vedere i lavori recenti, poi ci siamo incontrati più volte a Milano con lunghe discussioni caratterizzate da un’autentica passione per la pittura, sulla sua necessità e vitalità, ma anche piene di ironia e curiosità, nel labirinto del suo studio pieno di libri e di opere, seduti al bar o passeggiando per le strade dei Navigli.”

 

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