Un mix di studenti e professionisti per creare nuove sinergie e progetti integrati per il territorio. Via alla nuova edizione della Summer School, frutto dell’intesa tra l’Ordine degli Ingegneri di Catania e l’Università etnea. Oggetto di studio, come ormai di consueto negli ultimi anni, le Isole Eolie, uniche per le loro caratteristiche strutturali e ambientali, da preservare e valorizzare attraverso le più innovative tecniche e tecnologie.
Nella sala conferenze dell’Ordine, ieri pomeriggio – venerdì 13 settembre – è stata inaugurata ufficialmente la tanto attesa iniziativa, che quest’anno si svolgerà a Filicudi: «La Summer School è ormai un marchio distintivo del nostro operato e modello che molti cercano di replicare nel resto d’Italia – commenta il presidente della categoria etnea Mauro Scaccianoce – un progetto nato nel 2019 su impulso del professore Vincenzo Sapienza e dall’unione di intenti di Ordine e Università. Una conferma che la sinergia tra istituzioni e Dipartimenti di Ingegneria possa portare a idee innovative, con la giusta commistione tra esperienze professionali e formazione didattica – aggiunge Scaccianoce – punto che, certamente, sarà fondamentale in vista delle lauree abilitanti, che potrebbero contribuire a contrastare la fuga di cervelli, favorendo l’inserimento dei giovani professionisti nel mondo del lavoro, fiore all’occhiello e pilastro portante dell’ingegneria italiana». A caratterizzare la Summer School sono gli «aspetti creativi e ludici – dichiara il vicepresidente della Fondazione degli Ingegneri di Catania Giuseppe Marano – le Eolie rappresentano una grande fonte di ispirazione e sperimentazione in termini di green, sostenibilità energetica e mobilità». Tra gli obiettivi della 5 giorni (dal 18 al 22 settembre) quello di rafforzare il rapporto con il territorio: «Un legame che cerchiamo d’intensificare – spiega il direttore del Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura di Catania Matteo Ignaccolo – così da avere una conoscenza più ampia delle potenzialità e delle criticità, che si traduce in una progettazione mirata al fine di migliorare la qualità di vita e le esperienze di chi visita i nostri luoghi. L’effetto è la crescita di opportunità e di stimoli dal punto di vista professionale, culturale e sociale». In merito all’aspetto operativo, come osservato dal professore Giuseppe Inturri – in rappresentanza del Dipartimento di Ingegneria Elettrica, Elettronica e Industriale di Catania (direttore Giovanni Muscato) – «bellezza e fragilità dell’isola di Filicudi permettono di lavorare a progetti integrati, instaurando nuovi rapporti di amicizia, vicinanza e collaborazione, rendendo tutto più interessante dal punto di vista didattico, professionale e di ricerca».
A introdurre la sezione dedicata alla presentazione del programma, delle aree di studio e alle modalità operative i referenti dell’Ordine Alfredo Foti e Stefano Cascone, che hanno sottolineato l’unicità dell’iniziativa, confermata dalla sempre crescente partecipazione di professionisti, che negli anni passati rappresentavano solo una piccola percentuale. Come evidenziato da Vincenzo Sapienza (professore di Architettura tecnica del DICAr), “Filicudi non è un posto ordinario, caratterizzata da un parziale isolamento e da condizioni di disagio per gli abitanti. Peculiarità dell’isola, infatti, la residenza di carattere rurale, a tratti condensata nei caratteristici villaggi e contrade”. Tra questi quello di Zucco Grande (nella parte Nord orientale di Filicudi), su cui ha puntato i riflettori l’edizione 2024 della Summer School. A illustrarla dal punto di visto morfologico, architettonico e geografico Grazia Maria Nicolosi (assegnista di ricerca in Composizione architettonica del DICAr), a cui hanno seguito spunti di riflessione per il recupero dell’area dal punto di vista turistico, sviluppando la mobilità e l’architettura, seppur con grande sensibilità per preservarne paesaggio e tratti storici. In tal senso, i focus sui trasporti di Giuseppe Inturri (professore associato ai Trasporti del DIEEI), sul comfort termico e il dimensionamento degli impianti a energia rinnovabile di Giampiero Evola e Stefano Aneli (professore e ricercatore di Fisica tecnica ambientale del DIEEI), sul consolidamento dell’architettura minore con tecniche innovative a basso impatto di Vito Valotta (PHD in Ingegneria sismica del DICAr) e sul recupero dell’architettura tradizionale di Santi Cascone (professore di Architettura tecnica del DICAr) hanno fornito utili materiali per i partecipanti. A conclusione della giornata, Alessandro Lo Faro (docente di Produzione e Gestione dell’Ambiente costruito del DICAr) ha presentato la suddivisione dei gruppi, l’assegnazione dei casi studio e le informazioni logistiche