l’evento di celebrazione dei primi 33 anni dall’uscita di “Petra Lavica” di KABALLÀ.
Grande successo a Catania per “PETRA LAVICA – Quando il dialetto si vestì di pop”, l’evento di celebrazione dei primi 33 anni dall’uscita di “Petra Lavica”, primo album di KABALLÀ, recentemente rimasterizzato e disponibile in digitale e in vinile 33 giri a tiratura limitata.
Un appuntamento organizzato da Puntoeacapo di Nuccio La Ferlita che ha segnato un unicum tra gli eventi culturali della città di Catania e non solo. L’invito ha riunito personalità artistiche del mondo musicale e un entourage di addetti ai lavori, tra discografia e critica, che si sono ritrovati attorno a Pippo Rinaldi, in arte Kaballà, per un dialogo a più voci sull’incontro tra musica pop e cultura siciliana a partire dalla lingua dialettale.
La serata, moderata dal giornalista Gianni Caracoglia, ha richiamato un pubblico numeroso e appassionato presso il Palazzo della Cultura di Catania. Un’autentica festa, un’occasione di confronto sulla potenza del dialetto siciliano nella musica contemporanea, sulle contaminazioni sonore e le collaborazioni artistiche che hanno arricchito questi tre decenni di carriera dell’artista.
Kaballà, protagonista dell’incontro, ha dialogato con autori, musicisti e critica specializzata, rievocando aneddoti della sua collaborazione come autore con grandi artisti come Carmen Consoli e Mario Venuti e offrendo un interessante spunto di riflessione sul dialetto e musica pop/contemporanea in relazione ai giovani esponenti della nuova scena urban catanese. Sul palco, insieme a Kaballà, Carmen Consoli, Gianfranco Iannizzotto, Ivan Segreto, Nuccio La Ferlita.
Un ringraziamento speciale va agli artisti presenti in sala, che hanno reso ancora più speciale questo momento di condivisione e celebrazione: Antonio Vasta, Attilio Ierna, Caftua, Carlo Muratori, Collettivo, Dario Greco, Enzo Benz, I Beddi, Klostes, Lautari, L’Elfo, Luca Madonia, Luce, Malmaritate, Mario Venuti, Reiven, Salvo Piparo, Turè Muschio.
L’evento è stato arricchito dalla partecipazione di figure di spicco del panorama giornalistico e della critica musicale, tra cui Angelo Maiorca, Alessandra Bonaccorsi, Lucio Di Mauro, Enzo Stroscio, Pucci Attardi, Roberto Milone, Luigi Saitta, Salvo La Rosa, e Santo Nicolosi, insieme a rappresentanti della Pulp Management.
Durante l’incontro non è mancata la possibilità di acquistare il vinile rimasterizzato e farlo autografare dall’artista stesso. La nuova edizione dell’album recupera il suono originale donandogli una rinnovata freschezza, confermando “Petra Lavica” come manifesto senza tempo della musica d’autore siciliana.
Uscito originariamente nel 1991, “Petra Lavica” sfidò le convenzioni con un audace mix di rock, folk mediterraneo e influenze internazionali, cantato in dialetto siciliano.
Sono gli anni ’90, un’epoca in cui il panorama musicale italiano stava appena sperimentando la fusione tra dialetti e nuove sonorità, Kaballà osò spingersi oltre, dando vita a un lavoro che anticipava i tempi e guardava alla scena musicale europea.
L’avventura di “Petra Lavica” parte dal primo incontro con Gianni De Berardinis, con cui Kaballà condivide sin da subito la stessa visione di musica, e con Massimo Bubola, che si appassionò subito al progetto e che inventò il suo nome d’arte.
A rendere concreta l’idea di Kaballà furono tutto lo staff della Emi Publishing, tra cui Antonio Marrapodi e Paolo Corsi, e Stefano Senardi, ai tempi Direttore Generale della CGD/Warner, che ebbe da subito l’intuizione e il coraggio di pubblicare questo progetto.
Alla produzione artistica di De Berardinis e Bubola si affianca la supervisione di Lucio Fabbri e il missaggio di Alberto “Skizzo” Bonardi.
Acclamato dalle riviste specializzate e dalle radio, oggi questo manifesto di contaminazione musicale torna con una nuova energia con la supervisione al progetto di Paolo Corsi, il coordinamento di Mario Cianchi e la produzione esecutiva di Nuccio La Ferlita di Puntoeacapo. Rimasterizzato da Tommaso Bianchi con la supervisione del leggendario produttore Rodolfo “Foffo” Bianchi, il disco riscopre, con il suono rinnovato e allo stesso tempo analogico, la magia della musica d’autore in una celebrazione che unisce passato e presente.