Il volume di Giovanni Fatta e Calogero Vinci, realizzato con il sostegno di Fondazione Sicana e SICILBANCA, è un viaggio tra tesori nascosti del territorio
Le guglie che svettano sui campanili siciliani, con i loro colori vivaci e la loro storia misteriosa, sono molto più di semplici ornamenti architettonici. Sono simboli di una tradizione, frammenti di un patrimonio culturale che ora trova una voce grazie alla pubblicazione del volume “Cuspidi Maiolicate nel paesaggio siciliano. Storia, tecnica e arte”, scritto da Giovanni Fatta e Calogero Vinci ed edito da Caracol. Questo lavoro, reso possibile grazie al sostegno di Fondazione Sicana e SICILBANCA, rappresenta un approfondimento unico e accurato su un tema storiograficamente complesso e interessante, un’analisi articolata che abbraccia vari aspetti, come il paesaggio, l’identità e la diffusione delle cuspidi. Attraverso capitoli dedicati, il volume guida il lettore alla scoperta dei centri di produzione, delle caratteristiche geometriche e costruttive dei mattoni a cuneo maiolicati, dei sistemi decorativi, fino a evidenziare il degrado e la perdita di cuspidi non più esistenti.
Un viaggio nella storia e nell’arte siciliana
Il libro, un’opera corposa di 227 pagine arricchite da immagini, racconta un viaggio lungo decenni che ha portato alla riscoperta e valorizzazione delle cuspidi. Spesso dimenticate e nascoste sotto strati di malta e vegetazione, queste creazioni, fatte di mattoni a cuneo maiolicati, rappresentano una specificità tutta siciliana. Con un approccio rigoroso e multidisciplinare, gli autori Giovanni Fatta e Calogero Vinci hanno documentato oltre un centinaio di esempi sparsi in tutta l’Isola, restituendo loro dignità e identità.
Un patrimonio da salvaguardare e promuovere
Fondazione Sicana e SICILBANCA hanno deciso di sostenere questo progetto editoriale, perché convinti che il recupero della memoria storica e la valorizzazione dei beni culturali possano rappresentare un volano per il turismo e lo sviluppo locale. Le cuspidi maiolicate, oltre a essere testimonianze di un’abilità artigianale ormai rara, possono infatti diventare elementi identitari per i piccoli centri siciliani, trasformandoli in mete di grande interesse culturale.
«Lo straordinario lavoro di ricerca, catalogazione e sistematizzazione realizzato dal Prof. Giovanni Fatta e dal Prof. Calogero Vinci è perfettamente in sintonia con il nostro impegno a favore della bellezza e dell’identità siciliana. – afferma il presidente di Fondazione Sicana e SICILBANCA Giuseppe Di Forti – Il volume, con la sua capacità di restituire alla vista un patrimonio unico, rappresenta un invito ad alzare lo sguardo, ad attivare nuovi percorsi di scoperta e valorizzazione, e a stimolare una nuova sensibilità verso l’arte e la cultura del nostro territorio».
Cuspidi Maiolicate nel paesaggio siciliano. Storia, tecnica e arte
Descrizione
Segni vistosi di una monumentalità povera, in grado di connotare il paesaggio e il profilo dei nuclei urbani, le cuspidi maiolicate siciliane sono espressione autonoma ed identitaria di antichi saperi costruttivi in grado di coniugare un’originale concezione statica con la tradizione decorativa dai forti toni coloristici. Se alle maioliche di pregio, grazie ad un collezionismo sempre più attento anche agli aspetti storici, viene riconosciuto un valore artistico, alle ceramiche prettamente architettoniche non è stato ancora dato il privilegio di un approfondimento che ne possa favorire l’inserimento in quel vasto quadro storico della produzione ceramica che unisce l’arte e l’artigianato con la costruzione dell’architettura. L’indagine ha evidenziato la diffusione sull’intero territorio dell’isola, anche se in maniera non uniforme, di oltre un centinaio di questi manufatti, dai caratteri formali e costruttivi non sempre identici, ma comunque riconducibili ad un’unica tradizione di lungo percorso. Si approfondisce, inoltre, la varietà delle conformazioni e degli originali elementi laterizi di cui le cuspidi si compongono, i sistemi costruttivi e il repertorio ornamentale, nonché l’intrinseca fragilità che le espone a dissesti e a restauri non sempre corretti.